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MILANO - Le Associazioni dei consumatori Codici, Confconsumatori e lo Sna, il Sindacato nazionale agenti di assicurazione, in relazione al fallimento della compagnia lussemburghese Fwu Life Insurance Lux, che ha venduto in Italia circa 110 mila polizze vita tramite canali di brokeraggio assicurativi o finanziari ma non tramite agenti assicurativi, hanno rilevato una fortissima criticità sui prodotti, che ad oggi, alla luce della futura insinuazione al passivo, appaiono capestro.
Infatti, le polizze immesse sul mercato prevedono che i costi assicurativi e le commissioni della compagnia siano concentrati nei primi cinque anni di contratto, con la conseguenza che i versamenti fatti nei primi cinque anni non sono garantiti da riserve tecniche e probabilmente finiranno nel tritacarne dei crediti chirografari con assoluta incertezza di recupero. Molte persone che ad esempio hanno versato dieci anni di premi assicurativi riscontrano valori di polizza, investiti in fondi, pari al 50% dei loro versamenti, con la conseguenza che avranno – con elevata probabilità – la possibilità di recuperare dalla liquidazione Fwu soltanto la metà di quanto versato. Si tratta di un meccanismo contrattuale assolutamente vessatorio e avulso alla prassi seguita dalle compagnie italiane.
Pertanto, il mondo dei consumatori e degli agenti assicurativi si chiede dov'era l'Ivass, l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, quando i broker e i promotori finanziari italiani proponevano questi contratti, quali e quanti controlli abbia svolto su queste vendite e, soprattutto, se non intenda intervenire con una massiccia attività ispettiva a tappeto sui broker e i promotori finanziari che hanno collocato le polizze. Inoltre, se si autorizza la vendita di prodotti nel territorio italiano, che garanzie vengono date o fatte dare contro i rischi che stanno emergendo per il caso Fwu?
Se è vero, dunque, che la governance europea sulle assicurazioni ha indubbiamente fallito facendo liquidare un colosso assicurativo, anche quella italiana certamente non ha brillato per puntuali controlli su vendite di polizze vita. 
Il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi ha espresso "la vicinanza degli agenti di assicurazione, peraltro estranei alla distribuzione delle polizze di Fwu Life insurance, ai consumatori i cui risparmi sono gravemente messi a rischio dal fallimento della compagnia. E' evidente - ha aggiunto - che i meccanismi di controllo non hanno funzionato a dovere e questo deve impegnare l'Ivass a fare di più e meglio nel futuro per evitare il ripetersi di situazioni simili, innanzitutto mettendo in discussione il proprio convincimento che la tutela dell'utente assicurativo passi attraverso la proliferazione di moduli e documenti burocratici".
La Redazione

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