Sabato, 19, Apr, 8:47 PM

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Roberto Bianchi


 Il nodo inestricabile che impedisce al movimento sindacale di dispiegare il proprio potenziale si stringe e si allenta periodicamente in un andamento ritmico che non giova alla risoluzione problematiche più assillanti per la categoria.
Sul piano teorico, il panorama della rappresentanza degli agenti assicurativi vedrebbe la coesistenza dinamica tra lo Sna e i Gruppi agenti secondo un modello che ricorda, per certi aspetti, il legame tra una confederazione sindacale e le federazioni che la compongono. Questo rapporto di sinergia sussidiaria riconosce che le problematiche e gli interessi specifici legati al rapporto con una singola compagnia trova la sua naturale sede di rappresentatività nei Gaa che sono per loro natura più vicini alle specificità strategiche e operative delle relative mandanti.
Il concetto di sussidiarietà entra in gioco nel momento in cui l’azione dei Gruppi si integra con le linee guida dello Sindacato cui è assegnato il ruolo di voce unitaria degli agenti nell’interlocuzione con la controparte istituzionale Ania, con le Istituzioni, con il mondo politico nazionale ed europeo, con i sindacati dei dipendenti di agenzia.
Ogni Gruppo aziendali deve occuparsi in maniera particolare, conoscendo a fondo le peculiarità della specifica impresa, delle dinamiche economiche, commerciali, tecnologiche, procedurali che legano la mandante ai rispettivi agenti, sottoscrivendo accordi integrativi che ne valorizzino le caratteristiche e ne aumentino la soddisfazione economica e imprenditoriale.
Dal canto suo lo Sna, che riconosce e valorizza l’autonomia dei Gruppi agenti in sede aziendale, ha il dovere, una volta determinate le linee guida della professione, di intervenire laddove le questioni rischiano di trascendere il singolo rapporto patronale allo scopo di definire posizioni univoche sui temi di natura generalista.
Dovrebbe peraltro essere messo nelle condizioni di vantare un potere contrattuale unitario e non già frazionato in tanti rivoli dispersivi come spesso avviene oggi. L’unione delle forze tra Gaa e Sindacato avrebbe infatti la facoltà, se mai fosse messa in atto in modo conforme e continuativo, di determinare un impatto sulla controparte molto più significativo di quello provocato, tanto per fare degli esempi, sulla titolarità dei dati e sulla proprietà industriale dei data base mollate sotto le mentite spoglie della contitolarità, sulla consulenza precontrattuale ceduta senza colpo ferire da talune reti agenziali alle rispettive mandanti, sullo ius variandi contrattuale e tariffario che sarebbe passato sotto silenzio senza l’intervento dello Sna.

Posta una volta per tutte la primazia politica della rappresentanza generalista, la sussidiarietà dei Gruppi aziendali, congiunta alla sinergia nell’azione, costituirebbe piuttosto il perno di un sistema virtuoso basato sulla visione organica della rappresentanza di cui beneficerebbero l’intera categoria e in definitiva gli stessi consumatori che pongono ancora in larga maggioranza la consulenza dell’agente di fiducia al centro delle proprie scelte di acquisto.
Senonché vi sono persino presidenti di Gruppi che partecipano al dibattito
ideologico promosso dal sodalizio minoritario per discutere del rinnovo dell’A.N.A. 2003 e sottoscrivono insieme ad essa una missiva rivolta all’Ania per sollecitare l’apertura di un tavolo di trattativa alternativo rispetto a quello ove siede il Sindacato che ne è l’unico firmatario insieme all’associazione delle imprese. Tanto per intenderci, alcuni Gaa iscritti allo Sna, quelli non iscritti esulano dal presente ragionamento, invocando la pluralità contrattuale, ovvero la sottoscrizione di un Accordo nazionale parallelo e alternativo rispetto a quello in vigore, si rendono responsabili del potenziale sfilacciamento della categoria in complicità con la sigla che ha tentato, per nostra fortuna senza successo, la sua frantumazione già 13 anni fa.
Un amico mi ha detto che sarebbe preferibile esimersi dal parlare delle questioni controverse perché si rischia sempre di scontentare un numero di persone superiore a quello di coloro che apprezzano lo sforzo, eppure io credo che sia maturo il tempo di porre al centro del dibattito il tema dell’impegno di lealtà dei Gruppi aziendali nei confronti del Sindacato nazionale agenti. E ciò anche quando gli argomenti all’ordine del giorno sono di vasta portata come l’approvazione del bilancio e il rinnovo del Ccnl dei dipendenti di agenzia.
La credibilità e il potere negoziale della rappresentanza sindacale passano infatti attraverso la tutela dell’unità interna e la coerenza strategica di quanti intendano davvero e non soltanto a chiacchiere, remare verso l’obiettivo di fornire concretezza agli impegni assunti nei confronti della categoria.
Roberto Bianchi

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