♦ Che ne dite se, approfittando delle ferie estive, ce ne andiamo a curiosare insieme nel web per scoprire le verità costruite in laboratorio che circolano non line a proposito delle preferenze espresse dai consumatori italiani nell’acquisto delle proprie coperture assicurative?
“Fintastico.com”, che si autodefinisce la bussola nel mondo del FinTech, annuncia a tutta pagina nel Blog > Assicurazioni che “Con pochi click è possibile siglare una polizza quando e dove si vuole”, in virtù del fatto che le polizze istantanee, la nuova via del settore assicurativo, possono essere acquistate dal cliente all’insorgere del bisogno e con la massima semplicità, da smartphone o da qualsiasi altro devise.
Fa eco a queste parole “Responsa”, società specializzata nella creazione di assistenti virtuali che interagiscono con gli utenti come se fossero operatori umani, nel quale leggiamo che “gli utenti oggi vogliono gestire tutto da smartphone e tablet e avere la possibilità di accedere a ogni prodotto o servizio in mobilità e in autonomia, senza doversi rivolgere a terzi, senza dover aspettare e soprattutto senza doversi scomodare”.
“Network Digital 360”, la maggiore rete italiana di testate e portali dedicati ai temi della trasformazione digitale, partecipa al dibattito in corso riportando il pensiero di Enrico Aprico, professore presso la Cattolica di Milano il quale sostiene che uno dei temi chiave per il settore dell’insurtech è rappresentato dalla sharing economy, in quanto l’intera catena del valore sarebbe minacciata dai nuovi modelli di business legati all’economia della condivisione e alla digitalizzazione.
La testata va anche oltre: “qualcuno prevede una fine della figura dell’agente: robo-advisor e chatbot dotati di intelligenza artificiale, sostituiscono già ora i broker tradizionali, questo è certo per un buon numero di nuove tipologie di polizze, per esempio quelle consumer on-demand”. A dire il vero, l’autore del testo si affretta anche ad aggiungere che “non necessariamente la figura degli agenti deve tramontare, c’è anche chi ritiene che almeno per il momento il mercato ne abbia ancora bisogno e che l’innovazione tecnologica debba essere complementare e supportare il lavoro degli agenti”. Come a dire che il nostro futuro è segnato, anche se per il momento ce la possiamo ancora cavare, grazie a tutti gli analfabeti tecnologici che affollano il nostro Paese.
Molti dimostrano di crederci dato che l’ecosistema insurtech italiano si compone di oltre 80 realtà innovative, cui si aggiungono ulteriori 46 cosiddette tech insurance, aziende creatrici di tecnologie per gli attori del settore assicurativo. E ci credono anche le compagnie che nel biennio 2020-2021 hanno investito circa 110 milioni in insurtech, una cifra considerevole che si prevede in forte crescita già a partire da quest’anno. Insomma un vero e proprio boom perché, leggiamo su “Qds,it 4.0”: “l’ultima frontiera per chi vuole tutelarsi da infortuni o incidenti è quella del mercato delle micro polizze, delle assicurazioni temporanee, meglio conosciute come istant insurance”. A questa rivoluzione che naturalmente interessa anche la mobilità condivisa, soprattutto verde di auto, biciclette e monopattini elettrici, si aggiungono poi le applicazioni homeflix che offrono servizi di assistenza personale attraverso chatbot, ovvero software che simulano ed elaborano conversazioni umane.
Tanto per fare un esempio di queste straordinarie innovazioni, aggiunge il quotidiano siciliano, “il pacchetto 'CasaMia' che riguarda la gestione delle emergenze (ad es. idraulico ed elettricista) ma anche servizi di conciergerie (ad es. lavanderia a domicilio), ha un costo di 9,04 al mese per un appartamento di 70 metri quadri”, s’intende senza alcuna commissione a favore degli agenti esclusi dalla faccenda. Sì, lo so che avete fatto anche voi il calcolo, proprio 108,48 euro all’anno per ricevere servizi di assistenza generalmente compresi a costo irrisorio nelle polizze multirischio dell’abitazione, salvo che in questo caso il cliente può addirittura far smacchiare un capo di abbigliamento senza spostarsi da casa. E questa sì è una copertura importante in un Paese industrializzato tra i meno assicurati del mondo occidentale!
Quindi se di rivoluzione si tratta, sia pure in fase iniziale, i numeri saranno sicuramente impressionanti. O no? Cioè, quanto vale in termini di montepremi complessivo questa fantastica trasformazione imperniata sulla tecnologia evoluta dei portali insurtech, che coinvolge un numero crescente di startup e che drena così tanto denaro dalle imprese di assicurazione? In altri termini, quanto conta la moda delle instant-insurance, delle open-insurance, delle micro-insurance, della sharing insurance, della homeflix nel panorama assicurativo italiano in termini di portafoglio assicurativo?
State tranquilli, cari agenti, poco più che lo zero assoluto e se mi permettete di fare una previsione, conterà quasi niente anche nel futuro, perché gli italiani continueranno a sentire ancora molto a lungo il bisogno di ricevere la consulenza e l’assistenza degli agenti professionisti, del loro personale di agenzia e delle loro sottoreti commerciali.
Per concludere questa mia riflessione quasi balneare, mi ispiro alla replica rivolta dall’allora amministratore delegato di Fiat Crysler al giornalista che gli chiedeva un parere sulla guida autonoma: “la considero poco più che fantascienza” e rispondo a chi mi chiede che cosa ne penso dell’insurtech: penso si tratti di fantassicurazione.
Un polverone - si badi bene declinato rigorosamente in inglese che fa molto più figo della nostra nobile lingua italiana - sollevato a bella posta da un esercito di smanettoni che non hanno mai visto una polizza in vita loro e proprio per questo sperano di trovare la formula magica necessaria per soddisfare il desiderio irrefrenabile dell’industria assicurativa di fare a meno degli agenti.
Roberto Bianchi