Mercoledì, 29, Nov, 8:13 PM

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Roberto Bianchi
Roberto Bianchi

 

♦ Voglio essere sincero con voi, non sopporto chiunque utilizzi la locuzione “l’avevo detto…” che nasconde l’atteggiamento supponente di coloro che sono convinti di saperla lunga e di essere capaci di prevedere meglio di qualunque altro le iatture prima che si verifichino.
“Quando ci vuole ci vuole”, diceva però il curato campagnolo quando i compagni di briscola e tressette lo rimproveravano per essersi lasciato scappare qualche moccolo nei momenti più delicati della partita a carte che stava giocando all’osteria di fronte a un quartino. E stavolta ci vuole, perché il Presidente nazionale Claudio Demozzi ce l’aveva detto un sacco di volte che, prima o poi, a forza di firmare accordi che prevedono la cessione della titolarità e della proprietà industriale dei dati alle compagnie, l’Ania avrebbe provato a snobbare il tavolo dell’ANA. E infatti è successo, l’associazione delle imprese ha interrotto le trattative per la definizione di quello che definisce il nuovo Accordo Nazionale Agenti - con ciò significando che per l’industria assicurativa non si tratta di un rinnovo, quanto piuttosto di una stesura ex novo – e lo fa adducendo la motivazione che si sarebbero “registrate posizioni inconciliabili in relazione al tema della titolarità dei dati del cliente, visto in particolare l’assunto dello Sna di ritenere l’agente sempre e solo titolare “autonomo” del dato”.
La realtà è che dopo la sigla degli accordi integrativi avvenuta in sede aziendale, in particolare quella recente in casa Generali, l’Associazione delle imprese si è sentita autorizzata ad abbandonare il tavolo negoziale fino a quando il Sindacato Nazionale Agenti non modifichi le sue posizioni, posto che naturalmente le altre sigle sindacali (Anapa e Anagina, ndr.) si sono già dichiarate disponibili, secondo le parole del capodelegazione Ania Umberto Guidoni, a “valutare soluzioni adeguatamente flessibili”.
Insomma, dopo avere conquistato i territori a loro più favorevoli, le compagnie sarebbero disposte a valutare la pace soltanto se fosse riconosciuto loro il diritto di trattare in sede aziendale qualsiasi ulteriore forzatura a danno dei rispettivi agenti, perché è evidente anche ai più sprovveduti che il vero casus belli non verte sul contenzioso dei dati, quanto piuttosto sul peso che le mandanti intendono fornire alla contrattazione decentrata, ovvero sulla loro volontà di avere mano libera laddove si sentono più forti.
“Nella visione di Ania - si legge nella nota diffusa alla stampa - il nuovo Accordo avrebbe dovuto essere la carta dei diritti e dei doveri che ogni rapporto agenziale è chiamato a rispettare, lasciando alla contrattazione aziendale di secondo livello il compito di entrare nel merito e nel dettaglio delle specificità legate alle operatività delle singole compagnie di assicurazione e delle rispettive reti agenziali".
Ecco quindi ripresentarsi l’idea dell’accordo cornice che porrebbe le regole minime del rapporto di agenzia (sarebbe davvero interessante sapere che fine farebbero la figura unica dell’agente, la parità di trattamento, la liquidazione di fine mandato, le indennità in caso di revoca, il preavviso, il fondo pensione agenti, la Cassa di Previdenza, tanto per citare gli istituti imperniati sui diritti fondamentali acquisiti dagli agenti) e delegherebbe al secondo livello la facoltà di dipingere il quadro da incorniciare, possiamo prevedere avendo la certezza di essere facili profeti, marcatamente conforme al gusto delle mandanti.
Un osso troppo duro da scoticare, insomma, quello della trattativa di primo livello con lo Sna, meglio avvalersi del proprio potere costrittivo nei confronti dei Gaa che per loro stessa natura di rappresentanza interna subiscono, spesso loro malgrado, le strategie della mandante. L’increscioso incidente diplomatico dimostra comunque la rilevanza dei dati per le imprese che intendono accaparrarsi il rapporto diretto con la clientela per marginalizzare coloro i quali questi dati forniscono loro e cioè gli agenti. Testimonia inoltre della leggerezza-miopia dimostrata dai Gruppi agenti nel rinunciare, a beneficio delle mandanti, alla titolarità autonoma ed esclusiva dell’agente nell’utilizzo promo commerciale delle informazioni fornite dalla propria clientela e contemporaneamente alla proprietà industriale dei dati, qualora essi vengano immagazzinati nel sistema di compagnia anziché nei CRM delle agenzie. Ultimo, ma non ultimo, palesa l’importanza del negoziato generalista laddove la rappresentanza degli agenti non è soggetta a pressioni, quando non a imposizioni aziendali.
“Ve l’avevo detto che prima o poi…” avrebbe pertanto titolo a rimbrottarci il Presidente Demozzi, ma sono sicuro che non lo farà perché, senza trincerarsi dietro le responsabilità altrui, è abituato a rimboccarsi le maniche e a lottare in ogni sede per la categoria, proprio come dovrebbe fare qualsiasi sindacalista che meriti di essere definito tale. Vedremo!
Roberto Bianchi

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