Domenica, 28, Apr, 8:37 PM

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Roberto Bianchi

 

♦ Si è appena concluso un anno difficile per la categoria degli agenti, stretta nella morsa delle politiche aziendali volte a disintermediare il mercato e il progressivo impoverimento di vasti segmenti della popolazione provocato dal rialzo dei prezzi in conseguenza della crisi energetica e dei focolai di guerra che affliggono aree sempre più vicine al nostro Paese.
Ciononostante le previsioni che volevano gli agenti destinati nel breve periodo a vedere la loro quota di mercato assottigliarsi al punto da spingerli al margine della distribuzione assicurativa si sono dimostrate del tutto infondate visto che, ancora oggi, gli agenti assicurativi rappresentano la componente fondamentale del sistema assicurativo italiano, con un ruolo cruciale anche sul piano sociale. Non è un caso infatti che la filiera agenziale collochi più di tre polizze su quattro nel Ramo Danni e è più di quattro su cinque nel Ramo Auto.
Nel contempo, le congetture riguardanti il radicale cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori hanno mostrato la loro infondatezza, tanto che le compagnie dirette, le banche, le Poste, i canali non professionali, nel loro insieme, raccolgono meno del 25% delle polizze Danni e addirittura meno del 15% delle polizze Auto, nonostante i loro sforzi si siano concentrati soprattutto in quest’ultimo settore. Le startup Insurtech, che pure hanno drenato investimenti ingenti da parete di compagnie e banche in cambio del promesso e mai realizzato innesco di un processo che avrebbe dovuto rivoluzionare il modo di fare assicurazione bypassando l’agente, si sono dimostrate il vero flop degli ultimi anni e rappresentano appena lo 0,4% del portafoglio nazionale Danni.
Tutto bene quindi? No, l’attenzione all’andamento del mercato deve rimanere altissima, perché la digitalizzazione tende a velocizzare qualsiasi processo di cambiamento, cosicché rimanere tagliati fuori, magari per essersi seduti sugli allori, sarebbe stupido prima ancora che grave.
Ciò che non deve cambiare neppure di una virgola, se non per migliorarla costantemente, è l’attenzione degli agenti alle reali esigenze del consumatore e di conseguenza all’individuazione delle risposte assicurative più coerenti disponibili sul mercato, indipendentemente dal mandato o dai mandati ricevuti dalle imprese che operano in Italia. Per centrare questo obiettivo, deve essere rafforzata la capacità di fornire una consulenza professionale evoluta, intesa come pilastro fondamentale del rapporto fiduciario intercorrente tra il cliente, che spesso non conosce o non sa valutare i rischi riferiti alla persona, alla professione, all’azienda e l’agente professionista capace di fornire un servizio di elevata qualità.
La struttura portante dell’attività sindacale rimarrà pertanto incentrata sulla difesa, sia a livello nazionale che internazionale, dei diritti e delle prerogative degli agenti assicurativi dallo strapotere dei conglomerati assicurativo-finanziari attenti esclusivamente alle proprie strategie bilancistiche e, nel contempo, sul monitoraggio permanente dell'evoluzione del mercato, del servizio e dei prodotti assicurativi, allo scopo di elaborare proposte dedicate a migliorare la competitività della categoria.
A sostegno di questi propositi lo Sna pone, da un lato, la formazione e l’aggiornamento focalizzati sulla crescita professionale e sullo sviluppo della consapevolezza riferita al ruolo economico-sociale svolto dalla categoria, dall’altro, la comunicazione e la stampa rivolte non soltanto all’informazione interna, bensì anche e soprattutto alla promozione dell’immagine dell’agente presso istituzioni, opinione pubblica, mondo politico e alla diffusione di una cultura assicurativa orientata al rapporto virtuoso del cliente con l’agente di fiducia.
Lo Sna è impegnato a difendere il presente degli agenti e a garantire loro un futuro sostenibile sul piano normativo mediante una crescente azione di pressione istituzionale che, ce lo insegna il recente contenzioso sui contributi Enasarco, è l’unico antidoto contro i pericoli derivanti dall’attività di lobbying svolta da tutti gli altri soggetti in rapporto diretto o indiretto con il settore assicurativo. Nel 2024, il Sindacato continuerà a lavorare per tutelare i diritti e gli interessi collettivi della categoria, per sostenere la sua autonomia imprenditoriale e per garantirne lo sviluppo in uno scenario di mercato caratterizzato dal continuo tentativo delle imprese di marginalizzare gli agenti nella distribuzione assicurativa nazionale.
Si tratta di uno sforzo immane perché le sfide da affrontare sono molto gravose, ma gli agenti hanno le risorse e le competenze per affrontarle, meglio se con l’adesione dei non iscritti al Sindacato che avrebbero tutto l’interesse ad unirsi alla categoria per non rimanere isolati in una situazione ambientale di particolare pericolosità e le revoche recapitate a mezzo pec alla vigilia di Natale ne sono una dimostrazione. Altrettanto importante è il sostegno quotidiano degli iscritti alle numerose iniziative, alcune delle quali in progredito stato di realizzazione, messe in atto dallo Sna per favorire l’evoluzione dell’agente da intermediario delle compagnie a imprenditore autonomo e consulente professionale indipendente del cliente.
Il Presidente nazionale Claudio Demozzi non molla e noi?
Roberto Bianchi

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