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Un momento dell'intervento del Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi


Il perno della Relazione con la quale si sono di fatto aperti i lavori del 57° Congresso Nazionale del Sindacato nazionale agenti e che pubblichiamo (con LINK in calce) per una lettura attenta dei suoi elevati contenuti, va ricercato a mio avviso nella parte introduttiva in cui il Presidente Claudio Demozzi ha esposto, senza lasciarsi prendere la mano dalla descrizione autoreferenziale dei successi conseguiti, la visione strategica del vertice sindacale e sua personale.
Si tratta di un invito alla riflessione e al dibattito sui temi definiti “cruciali” per la categoria, primo fra tutti il plurimandato con il suo portato di rinnovata attualità in una fase caratterizzata dagli insuccessi dei canali diretti, telefonici, tecnologici che si stanno afflosciando dopo lunga agonia e dal flop fatto registrare dalle startup generatrici di insurtech. Mentre le imprese di assicurazione e l’industria tecnologica sono impegnate a giustificare l’utilizzo infruttuoso del denaro degli azionisti, creando un nuovo modello distributivo ibrido all’interno del quale ingabbiare l’attività degli intermediari cd. “tradizionali”, l’Esecutivo Nazionale Sna “continua a lottare - ha affermato il Presidente Demozzi - per un futuro in cui il lavoro di agente professionista possa essere considerato sicuro, dignitoso e rispettoso della persona. Un futuro in cui ogni agente, indipendentemente dalla compagnia per cui opera, possa vedere garantiti i propri diritti e avere la possibilità di crescere professionalmente”.
I congressisti sono pertanto chiamati a esprimersi a proposito delle strategie comuni sulle quali incardinare l’azione sindacale a tutela della libertà operativa e imprenditoriale degli agenti, costantemente sotto attacco da parte dell’industria assicurativa che continua a coltivare il sogno della disintermediazione distributiva.
Primario è stabilire una volta per tutte se i diritti acquisiti siano intangibili, oppure se essi possano essere negoziati e semmai a quale prezzo. La domanda è pleonastica, dal momento che i precedenti appuntamenti congressuali hanno sancito a stragrande maggioranza che la cd. “riformatio in pejus” non è tollerata nella contrattazione aziendale, ad esempio quando concerne la titolarità autonoma dei dati e la proprietà industriale dei data base di agenzia, oppure quando riguarda la prerogativa attribuita agli agenti dalle norme comunitarie e nazionali di effettuare l’analisi dei bisogni della clientela. È tantomeno ammessa nel negoziato generalista, in specie quando la posta in palio è così alta da mettere in gioco la sopravvivenza della categoria come nel caso dell’Accordo Nazionale Agenti 2003 che necessita sì di una revisione, senza però che questo comporti sacrifici a carico della parete debole, cioè degli agenti.
Il quesito posto da Claudio Demozzi circa la possibilità di utilizzare le conquiste sindacali come oggetto di baratto per ottenere qualcosa in cambio è retorica anche in considerazione del fatto che la copertura sindacale della categoria da parte dello Sna è aumentata del 12% negli ultimi 10 anni, nonostante la nascita di due nuovi sodalizi minoritari e nonostante nello stesso periodo il numero di iscritti al Rui in Sez. A sia diminuito di 10 mila unità. L’indice di rappresentatività dello Sna, ci informa il Presidente, è quindi passato dal 24% del 2013 al 38% del 2023, a dimostrazione del gradimento espresso da una quantità crescente di agenti verso la linea di fermezza, in termini di tenuta dei principi e di difesa dei diritti, adottata dal vertice del Sindacato.
In questo contesto di chiaroscuri generati dalla globalizzazione, dalla rivoluzione tecnologia, dalle crisi economiche ed energetiche, dallo strapotere dei grandi agglomerati assicurativo-finanziari, dalle trasformazioni del mercato, è ragionevole pensare a una nuova strategia rivendicativa che parta dal rifiuto del negoziato a costo zero per le mandanti? È lecito conseguentemente poter contare sulla condivisione con i Gruppi agenti e sulla coerenza tra le loro azioni concrete in sede di secondo livello e le posizioni da essi assunte nei consessi statutari?
È infine possibile elaborare modelli di sviluppo innovativi incentrati su nuove modalità agenziali, sui “consorzi tra agenti/agenzie” sulla “collaborazione orizzontale strategica, non più tattica, tra intermediari e verticale con più imprese (plurimandato), anche 'dirette' (o per meglio dire, ex dirette)”, disposte cioè a rilasciare mandati rispettosi dell’A.N.A. 2003?
Toccherà ai congressisti esprimersi su queste e sulle altre tesi contenute nella Relazione, anche se mi sento di prevedere che la posizione dominante sarà improntata alla più ampia continuità rispetto alle posizioni espresse dai precedenti congressi a presidenza Demozzi.
Roberto Bianchi

LINK alla Relazione del Presidente Nazionale Sna Claudio Demozzi

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