ROMA - Si è tenuta ieri (10 gennaio 2023, ndr) l'attesa udienza davanti al TAR del Lazio che si occuperà del ricorso, presentato da Sna, contro Ivass sul Regolamento n.51 emanato dall'Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, avente ad oggetto l'operatività del Preventivatore Rcauto Ivass/MISE.
Stando ai dati disponibili, gli italiani hanno già dimostrato di non gradire questo strumento, se è vero com'è vero che su oltre quaranta milioni di polizze vigenti, le interrogazioni del Preventivass sarebbero poco più di centomila e dunque pari ad una percentuale davvero modesta. "Forse questa è una delle ragioni che hanno indotto l'Istituto di Vigilanza a porre a carico degli Intermediari l'utilizzo forzoso dello strumento informatico gestito dall'Ivass", commenta il Presidente nazionale Claudio Demozzi, "visto che la legge, l'art. 132/bis del Codice delle Assicurazioni, stabilisce unicamente un obbligo informativo e non certo l'obbligo di tracciamento dell'utilizzo di un preventivatore, ormai superato dai tempi e pressochè inutile per gli utenti".
Le attese della categoria agenziale riguardano come minimo che il Tribunale Amministrativo riconosca la parità di trattamento tra Aagenti e gli altri Iintermediari, al momento esonerati - questi ultimi - dall'obbligo di utilizzo del Preventivass per decisione normativa dell'Istituto di Vigilanza basata sull'interpretazione letterale, a parere del Sindacato piuttosto strumentale, dell'articolo 132/bis.
Il Presidente Demozzi ha evidenziato più volte, anche al Legislatore, come il Regolamento Ivass n. 51 e lo stesso art. 132/bis del C.A.P. risultino inadeguati, inapplicabili ed ingiusti, chiedendo a tutte le Autorità competenti di "lasciarci lavorare, come sempre per il miglior servizio ai nostri clienti, per la miglior consulenza agli automobilisti italiani, senza nuovi lacci e lacciuoli dei quali non sentiamo davvero il bisogno!". Contro il Regolamento n.51, tra l'altro, il Sindacato ha presentato pure un esposto all'Autorità Garante per la Concorrenza (Antitrust). Per il Presidente Demozzi "l'art. 132/bis va abolito ed in attesa di questa doverosa correzione legislativa l'Ivass dovrebbe ripensare totalmente le disposizioni del Regolamento e almeno sospenderne l'entrata in vigore fino a correzione effettuata".
La Redazione