MILANO - Come noto, non è affatto piaciuta allo Sna la risposta in aula alla Camera dei Deputati da parte del Sottosegretario Massimo Bitonci a seguito di una interrogazione dei deputati di FdI Andrea De Bertoldi e Tommaso Foti in ordine al famigerato Regolamento Ivass n. 51. Il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi scrive ora direttamente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, manifestando "delusione, amarezza e insoddisfazione" per una presa di posizione del Governo giudicata "non condivisibile".
Una missiva è stata indirizzata oggi (12 giugno, ndr) al Dicastero. Nella lettera Demozzi ricorda come da mesi il Sindacato manifesti "all’Ivass ed al Ministero tutte le perplessità in ordine ai contenuti ed all’applicabilità (o sarebbe meglio dire all’inapplicabilità) delle procedure obbligatorie previste dal Regolatore delle assicurazioni. Analoghe osservazioni sono state inoltrate dall’Associazione delle Imprese assicuratrici (Ania) e da alcune Associazioni dei Consumatori. Ne deriva che in pratica tutti i soggetti destinatari delle norme contenute nel citato Regolamento Ivass n. 51 ne hanno dichiarato l’inadeguatezza. Per il Sottosegretario Bitonci - rileva Demozzi - l’Ivass avrebbe dichiarato di aver accolto le nostre istanze e di aver quindi modificato l’impostazione originaria del Regolamento. Con questa affermazione si dà l’errata impressione che le criticità e l’inapplicabilità del Regolamento siano stati superati, impressione smentita dai fatti visto che gli agenti assicurativi italiani, di fronte ad obblighi che non hanno eguali in Europa, sono in sciopero (disobbedienza civile) ormai da tre mesi, dopo essersi autodenunciati all’Ivass, al Ministero ed ai cittadini. A questo punto dobbiamo rammaricarci per l’inconsistenza delle risposte fornite in Aula dal rappresentante del Governo circa le gravissime criticità da noi più volte esposte".
"Ci troviamo di fronte - prosegue il Presidente nazionale Sna - a norme obbligatorie che non sono adeguate alla realtà distributiva nazionale e che impediscono ad un’intera categoria professionale di rispettare l’impianto regolamentare vigente. Al momento soltanto il TAR (parzialmente) e gli Onorevoli interroganti, De Bertoldi e Foti, hanno interpretato il grido di allarme degli agenti, delle Imprese e degli utenti delle assicurazioni in merito all’argomento. Ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento da parte del Governo, anche in considerazione del fatto che gli agenti assicurativi, microimprese messe a rischio di sopravvivenza a seguito dell’emanazione di norme che non tengono conto di una reale ed approfondita analisi di impatto regolamentare, sono più di ventimila, con quasi quarantamila lavoratori dipendenti e circa duecentomila collaboratori ausiliari".
Intanto, la protesta degli agenti di assicurazione prosegue. "In mancanza di un reale interessamento da parte degli Organi preposti, ci vedremo costretti - conclude Demozzi - a mettere in atto altre forme di sensibilizzazione coinvolgendo altresì l’opinione pubblica, cioè i nostri clienti che, beneficiari principali delle norme in parola, hanno già dimostrato di condividere le nostre posizioni sottoscrivendo a migliaia la nostra denuncia-protesta".
Da ultimo, un appello al Ministro Urso: "Contiamo sul suo personale interessamento per sbloccare l’incresciosa situazione".
Luigi Giorgetti
Il testo della lettera Sna al Ministro Adolfo Urso LINK