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MILANO - Il Ministero starebbe ancora lavorando al Decreto attuativo, di prossima pubblicazione, sul contenuto minimo delle coperture assicurative contro le catastrofi naturali che, come noto, saranno obbligatorie per tutte le Pmi a partire dal prossimo anno.
Al riguardo il Sindacato nazionale agenti di assicurazione (Sna), ha fatto sapere, per il tramite del suo Presidente nazionale Claudio Demozzi, che gli operatori del settore mantengono alta l’attenzione sui contenuti dispositivi del Decreto, visto che questa copertura assicurativa può già prestarsi a diverse interpretazioni sulla base delle prime indiscrezioni diffuse dalla stampa economica nazionale.
“Prima di tutto - precisa il Presidente Demozzi - sarebbe auspicabile che la copertura fosse garantita sempre al 100%, mentre sembra che il Ministero sia intenzionato a venire incontro alle esigenze dell’industria assicurativa offrendo la possibilità, ad esempio per le Pmi con valore dei beni tra un milione e trenta milioni di euro, di coprire soltanto il 70% dei valori. A questo va aggiunto che sarebbe possibile prevedere uno scoperto a carico dell’Assicurato fino al 15% delle somme assicurate. I due limiti, sommati, riducono la copertura a quasi il 50% e questo è preoccupante dal punto di vista delle aziende future assicurate”.
Anche sul fronte delle esclusioni contrattuali, sembra naufragata l’ipotesi di copertura all risks e tra le situazioni prive di garanzia comparirebbero i fabbricati non in regola con le normative urbanistiche ed in difetto di manutenzione. “Queste due ipotesi - secondo Demozzi - risulterebbero estremamente pericolose e foriere di contenzioso in caso di calamità. Ricordiamoci che la questione della corretta manutenzione lascia spazio ad interpretazioni e valutazioni e potrebbe costituire una riserva di garanzia davvero troppo ampia in mano a periti e liquidatori; nonostante l’indispensabile supporto di noi agenti, in caso di calamità le aziende assicurate potrebbero incontrare più difficoltà del previsto nell’ottenimento dei giusti risarcimenti”. Resta infine il nodo del costo della copertura obbligatoria. Stante l’obbligatorietà, la domanda di queste polizze risulterà, come si dice in gergo, rigida, mentre l’offerta, cioè le imprese assicuratrici, risentirà delle scelte commerciali e delle disponibilità di ciascuna compagnia “con il rischio - aggiunge il presidente - che nelle zone svantaggiate la copertura costi molto di più; nei testi che abbiamo avuto modo di intravvedere o che comunque sembra siano in fase di confezionamento, non abbiamo potuto vedere alcun elemento solidaristico e questo ovviamente ci preoccupa”.
La Redazione

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