MILANO - Quando il maggiore Sindacato italiano del mondo della distribuzione assicurativa, Sna, ha fatto sapere al Governo Meloni il proprio disappunto circa l’intenzione (della maggioranza, ndr) di introdurre la ritenuta d’acconto sulle provvigioni di agenti e broker, parte degli intermediari sembrava non comprendere a fondo la gravità della situazione e soprattutto le criticità che un simile provvedimento avrebbe causato alla filiera delle assicurazioni.
Sono volati gli stracci.
Il Sindacato nazionale agenti è intervenuto formalmente e così l’argomento ha assunto l’importanza che merita. In questi giorni anche la sigla minoritaria Anapa di Vincenzo Cirasola e le rappresentanze dei broker, Aiba e ACB, hanno preso posizione contro il provvedimento contenuto nella Legge Finanziaria che prevede, appunto, l’applicazione della ritenuta d’acconto sulle provvigioni lorde percepite da agenti e broker anche quando erogate direttamente dalle imprese assicuratrici.
Nel documento presentato in audizione al Senato, sulla Legge Finanziaria, l’Ania non sembra invece essersi ancora schierata ed a pochi giorni dalla conclusione dell’iter parlamentare di approvazione della Legge le speranze di un dietro-front del Governo sembrano farsi di ora in ora più labili. Nel frattempo, giungono notizie dell’ennesimo tentativo di Enasarco di appropriarsi, con la Legge di Bilancio, dei contributi previdenziali degli intermediari, anche di quelli estranei ai rapporti di agenzia commerciale che dovrebbero essere gli unici a rientrare nella competenza dell’ente, che è, appunto, dei commercianti. Enasarco è, infatti, una fondazione privata, vigilata dal Ministero del Lavoro per le finalità che persegue. Come tutti gli enti di previdenza il consiglio di amministrazione è formato sia dalle rappresentanze sindacali (in questo caso da quelle degli agenti di commercio) sia dalle rappresentanze datoriali (nello specifico dalle rappresentanti delle ditte firmatarie dei contratti collettivi). In seguito alle elezioni svoltesi nel 2016 sono stati eletti 60 delegati; è stato costituito un Consiglio di Amministrazione composto da 15 membri. Presidente della Fondazione è Alfonsino Mei.
La Redazione