MILANO -“La notizia è destinata a riaprire confronti e discussioni sull’opportunità, per le principali Imprese assicurative, di sviare risorse verso investimenti Insurtech anziché destinare maggiore attenzione alla ripresa di un contatto e di un rapporto più costruttivo con le reti agenziali tradizionali”. E’ questo il laconico commento del Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi alla notizia, apparsa sui principali organi di stampa, secondo la quale GlobalData avrebbe quantificato nel 79,6% il calo degli investimenti Insurtech nell’anno 2021.
Come noto, nei primi mesi dell’anno corrente alcune importanti realtà e startup dell’Insurtech hanno dato forfait, hanno cioè cessato l’attività, soprattutto per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati ed in un caso addirittura per conclamata insolvenza. Tra queste storie di aziende Insurtech in apparente difficoltà risalta il caso di Lemonade, che ha tagliato il personale di Metromile del 20% dopo aver completato l’acquisizione dell’insurtech nell’agosto 2022. Tra le altre insurtech di alto profilo che hanno dovuto attuare simili provvedimenti nel 2022, Nova Benefits ha tagliato il 30% del suo personale a giugno e Zego ha tagliato il 17% del suo personale a luglio. Neppure il caso, pubblicato da Snachannel alcune settimane fa, con il titolo “Blockchain Insurance Industry Initiative B3i, Il futuro che non c’è: non riesce a raccogliere nuovi capitali e diventa insolvente” può passare inosservato, soprattutto perché coinvolge tra i finanziatori grandissime aziende come Aegon, Allianz, Munich Re, Swiss Re e Zurich.
Per dare un’idea dell’entità delle risorse economiche drenate dall’Insurtech al settore, basti pensare che nei primi sette mesi dell’anno 2022 pare siano stati investiti circa 1 miliardo di dollari e circa 2 miliardi siano stati gli investimenti nell’anno 2021.
Stando ai numeri, l’introduzione delle polizze pay as you drive e on demand totalmente automatizzate, con il supporto dell’intelligenza artificiale ed escludendo dalla filiera distributiva qualsiasi componente umana, non ha prodotto i risultati produttivi sperati, nonostante i pesanti investimenti.
“Prima o poi qualcuno chiederà conto, ai superpagati vertici delle compagnie, sugli investimenti sbagliati, sulle scelte strategiche avventate e qualche volta palesemente sbagliate?” è l’interrogativo che lascia il Presidente Demozzi “sul quale mi auguro si cominci tutti a riflettere”.
La Redazione