MILANO - In tutto il mondo l’emergenza climatica è tra le più sentite. A causa del riscaldamento globale si sciolgono i ghiacciai e si assiste ad improvvise e imprevedibili piogge torrenziali, talmente violente da provocare enormi disastri, per le cose e per le persone. Di conseguenza il cambiamento climatico rappresenta anche una grossa incognita per le compagnie di assicurazione, preoccupate per i loro conti economici e legittimamente desiderose di trovare valide soluzioni.
Soluzione che una compagnia italiana avrebbe nel mentre individuato - se dobbiamo dare credito alle parole di un collega, rappresentante regionale di Anapa – il quale, rispondendo alle domande di un giornalista locale, ha apertamente elogiato la scelta della sua compagnia e la lungimiranza del suo gruppo agenti, quella di prevedere e accettare una provvigione di ramo variabile, utile se non proprio indispensabile per “dare una risposta positiva al problema, altrimenti difficilmente governabile con provvigioni fisse”. In che modo una provvigione variabile, possa contribuire a risolvere l’oneroso problema delle bombe d’acqua, delle alluvioni, dei chicchi di grandine grandi quanto palline da tennis, delle frane e delle rotture degli argini, crediamo che solo il collega lo abbia capito.
A meno di non voler credere che, in barba agli obblighi professionali e deontologici, gli intermediari, a cui viene imposto dalle norme di vendere sempre la miglior polizza e la miglior soluzione assicurativa, proprio in funzione della minacciosa spada di Damocle (la provvigione variabile, appunto), a seconda dei casi e delle circostanze, rinuncino a presentare la miglior soluzione o, nel peggiore dei casi, rinuncino a vendere una polizza necessaria per il cliente, ma che potrebbe danneggiare il monte provvigioni di ramo.
Noi non crediamo siano queste le finalità delle provvigioni variabili e pensiamo anche che il gruppo agenti che le ha accettate, lo ha fatto convinto di ottenere una migliore retribuzione provvigionale. Forse è proprio così. Tuttavia – come diceva qualcuno - se a pensare male si fa peccato, purtroppo molto spesso ci si azzecca.
La Redazione