MILANO - Nella giornata di lunedì 10 ottobre, si è svolto a Roma, nella splendida cornice di Villa Miani, l’Insurance Summit 2022, seconda edizione del meeting internazionale del settore assicurativo. Davanti ad un parterre autorevole che ha visto la partecipazione e gli interventi del Commissario Europeo all’Economia Paolo Gentiloni, del Direttore Generale del Tesoro Alessandro Rivera e del Presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini e la presenza dei parlamentari europei Irene Tinagli e Markus Ferber, ha fatto gli onori di casa la Presidente dell’Ania Maria Bianca Farina.
Dopo i saluti di rito, la Presidente Farina ha tenuto a dire che l’Insurance Summit 2022 è un appuntamento che non potrebbe arrivare in un momento più opportuno, denso di sfide e di opportunità per chi saprà leggere e interpretare il cambiamento che è di fronte a noi e nel quale siamo immersi. “Quello che stiamo vivendo” ha esordito la Farina, “non è solo un momento di grandi trasformazioni, ma di continui mutamenti del quadro economico, finanziario, industriale e dunque anche sociale, che procedono, peraltro, per strappi inattesi e improvvisi e dalle conseguenze spesso profonde. Per l’industria assicurativa, così focalizzata nel creare valore nel lungo periodo per le comunità dei nostri stakeholder, questa è una sfida che ha bisogno di essere letta e interpretata con attenzione perché le nostre imprese possano rispondere nel migliore dei modi alle aspettative dei clienti, dei risparmiatori, degli investitori e della crescita del nostro Paese nel suo complesso”.
La Presidente dell’Ania ha quindi iniziato una disamina sulla situazione attuale partendo dall’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia, un evento che non ha segnato solo un inaccettabile ritorno della guerra, ma ha impattato pesantemente sul piano economico e finanziario internazionale accelerando alcune tendenze che erano già in atto da qualche tempo. L’altra guerra di Putin, quella economica, dichiarata nel tentativo di piegare l’Europa attraverso le forniture di energia, ha contribuito a spingere l’inflazione dell’area euro fino al 10% (secondo le stime preliminari di Eurostat per settembre). Siamo così passati da un rischio di deflazione nella nostra area monetaria ad un aumento generale del fenomeno, se è vero come è vero, ha proseguito la Farina, che “l’inflazione ha rialzato la testa a livello globale soprattutto nei Paesi avanzati, che ormai credevano di aver domato questo fenomeno grazie alle forze della globalizzazione. L’aumento dei prezzi al consumo è ben superiore all’8% negli Stati Uniti, sfiora il 10% in Gran Bretagna e sembra potersi risvegliare per la prima volta da una generazione persino in Giappone.
Non solo la Bce ma tutte le banche centrali delle grandi economie avanzate, a cominciare dalla Federal Reserve, stanno reagendo al nuovo quadro attraverso rapidi aumenti dei tassi d’interesse e questa tendenza ha a sua volta aumentato le fluttuazioni sul mercato dei cambi come non avveniva da molti anni. Nell’ultimo anno il dollaro si è rivalutato a doppia cifra sulle monete di quasi tutte le principali economie del pianeta e ciò potrebbe portare altre banche centrali ad accentuare la loro stretta monetaria per contenere l’inflazione importata attraverso le materie prime denominate in valuta statunitense. Proprio per la prima volta assistiamo, infatti, a un rallentamento simultaneo dell’economia di Stati Uniti, Cina ed Europa, ossia dei tre principali motori produttivi, commerciali e finanziari del sistema internazionale”.
La Presidente dell’Associazione delle imprese ha quindi affrontato la situazione del settore assicurativo rilevando che “il rallentamento economico e il contesto di alta inflazione pesano sulle assicurazioni con il rallentamento della crescita che porta in genere a una minore domanda di coperture. Nei rami danni, la più alta inflazione inizia a manifestarsi dell'aumento
dei costi dei sinistri, mentre il processo di adeguamento delle tariffe assicurative è più lento e graduale. Nei rami vita, oltre a una riduzione della domanda, alcuni assicurati potrebbero trovarsi nelle condizioni di liquidare gli investimenti e questo avrebbe effetti negativi sull’afflusso di risorse e, soprattutto, sull’ordinata gestione del portafoglio titoli, che peraltro risente di forti perdite sulle obbligazioni e sulle azioni, con riflessi nei conti economici. Per il settore assicurativo la riduzione è stata pari all’8,7%, percentuale sensibilmente inferiore a quella media del listino. Mentre fino a luglio i comparti danni e vita registravano un andamento simile, la discesa si è fatta più rapida nel comparto vita, riflettendo i timori di una caduta del
reddito disponibile delle famiglie in termini reali: nel complesso, da inizio anno, il ramo danni registra una riduzione dell’8%, contro il 12% per il ramo vita. Anche in questa situazione, quindi, il settore assicurativo europeo e italiano sta mostrando la sua capacità di affrontare e gestire congiunture economiche e finanziarie estremamente complesse”.
A conclusione del suo intervento, Maria Bianca Farina ha voluto ricordare come già lo scorso anno, durante la prima edizione dell’Insurance Summit, lo scenario economico sembrava volgere al sereno dopo il periodo pandemico per dover adesso constatare, a distanza di un anno, che il cielo sembra essersi rannuvolato e le incognite moltiplicate: “Vorrei dirvi tuttavia che le ragioni dell’ottimismo – un ottimismo lucido, razionale, non fideistico – debbono ancora prevalere rispetto a quelle della legittima preoccupazione. La tenuta dell’intero settore assicurativo in questi mesi di incertezza e volatilità dei mercati finanziari è certamente un ottimo auspicio. Non abbiamo mai smesso di lavorare per immaginare un domani migliore, più sicuro, più dinamico. Starà a noi saper cogliere le opportunità offerte dal cambiamento”.
La relazione della Presidente dell’Ania poggia su dati oggettivamente riscontrabili e le sue osservazioni sono per la maggior parte condivisibili. Tuttavia, da agenti di assicurazione, rappresentanti di quelle Imprese la cui associazione è presieduta dall’illustre relatrice, un paio di considerazioni ci sentiamo di doverle fare. La prima, se vogliamo, è di natura culturale laddove si evidenzia che il rallentamento della crescita porta ad una minore richiesta di coperture; il nostro compito di professionisti del settore, di stakeholder (agenti e imprese, beninteso) attenti e interessati alla protezione dei propri clienti, dovrebbe essere quello di farli riflettere sul fatto che le coperture assicurative, oltre ad agire sempre come scudo contro particolari avversità, per loro natura e scopo trasferiscono il rischio economico ad un terzo, l’assicuratore, consentendo all’assicurato di mantenere indenne il proprio patrimonio. Tutto questo è a maggior ragione vero nei momenti più critici della nostra esistenza, quando l’incertezza derivante dalla contingenza (economico-finanziaria, soprattutto, ma anche sociale) si avverte in maniera più evidente.
La seconda considerazione riguarda l’elevato tasso di inflazione e come questo vada ad incidere sui costi dei sinistri; le risorse per ovviare a tale problema ci sono, basterebbe che le stesse Imprese utilizzassero, anche parzialmente, quel certo "tesoretto” accumulato nel periodo di lockdown dove venivano incassati i premi RcAuto di mezzi che non potevano circolare o RCT/O di aziende e strutture forzatamente chiuse. Ecco che “il lento e graduale” aumento delle tariffe potrebbe così essere scongiurato.
Franco Domenico Staglianò
Insurance Summit 2022, Maria Bianca Farina: Le ragioni dell'ottimismo devono prevalere. Alcune riflessioni di un addetto ai lavori
