Giancarlo Fancel
MILANO - Per Generali Italia la situazione nel Vita sembra destinata a migliorare, almeno stando a quanto ha recentemente dichiarato l'a.d. della compagnia, Giancarlo Fancel, alla stampa economica nazionale. Le richieste di riscatto, soprattutto quelle riguardanti le polizze gestite dalla rete agenziale e dai promotori finanziari, sembra stiano rallentando e ciò potrebbe permettere a Generali Italia di chiudere l'anno in corso con segno positivo nel Vita. Anche se le preoccupazioni rimangono, su questo fronte, con particolare riferimento al portafoglio Vita gestito dagli sportelli bancari, che sembra quello più fragile sotto l'aspetto della dinamica dei riscatti e quindi di fuoriuscita di patrimonio gestito.
Alla domanda se la scelta di accettare un leggero calo della redditività nel vita per spingere la raccolta premi sia sostenibile nel lungo periodo, Fancel ha risposto che si tratta di "una scelta obbligata per consentire una maggiore attrattività dei prodotti di tipo tradizionale. Considerata la nostra quota di mercato, che a fine 2023 era vicina al 19%, e che il nostro solvency ratio è ben superiore al 200%, possiamo permetterci di avere un po' di pressione sui margini. Questa non è una scelta strategica ma semplicemente un discorso opportunistico. Con le prossime linee guida vedremo come reimpostare l'intero discorso in un'ottica più razionale e strategica, tenendo anche conto dell'impatto che avremo dal value for money. Questo aumento della regolamentazione è certamente un aspetto complesso da gestire ma dobbiamo prenderne atto e fare del nostro meglio per rispettare gli interessi di tutti gli stakeholders." (Il Sole24Ore del 20 giugno us, ndr).
La tenuta della raccolta Vita, in Italia, costituisce un problema al quale molte compagnie stanno lavorando per porre rimedio, con il necessario supporto degli Agenti di assicurazione che, storicamente, gestiscono i portafogli più stabili e redditizi per le Imprese.
Il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi evidenzia come gli agenti Generali Italia siano stati allertati anche di un'altra questione, delicata e complessa, "che riguarda la consulenza ai clienti. I contraenti delle polizze Generali sono infatti invitati a firmare un contratto con il quale affidano i loro dati alla compagnia, insieme all'incarico di svolgere la consulenza in fatto di bisogni assicurativi e di ricerca del prodotto coerente alle necessità; compito questo che la Legge riconosce agli Intermediari assicurativi. Ci si chiede chi sia responsabile verso i terzi in caso di negligenza, omissione od errato svolgimento di tale attività consulenziale, che viene documentata con il rilascio di un'apposita dichiarazione sottoscritta dalla compagnia, non dall'intermediario che ha assistito concretamente il cliente. Ci si chiede altresì se l'impresa, quando non distribuisce direttamente il prodotto, possa svolgere un'attività che per Legge spetta al distributore assicurativo. Mi chiedo infine perché i Gruppi Aziendali Agenti Generali non abbiano preteso la sospensione di questa modalità distributiva, almeno fino a chiarimenti ottenuti e perplessità superate". I quesiti sono stati posti alle Autorità preposte, che ad oggi non hanno fornito, formalmente, alcuna risposta risolutiva.
La Redazione