Domenica, 24, Set, 3:02 AM

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MILANO - La notizia è di quelle che possono gettare nel panico intere schiere di amministratori delegati di imprese assicurative i quali da sempre, specie in occasione di eventi pubblici, a parole si dichiarano disponibilissimi a dare un contributo assicurativo, per alleggerire il peso dei rimborsi gravanti sullo Stato, conseguenti ai frequenti terremoti, alle varie mareggiate, nubifragi, allagamenti, frane, pandemie e quant'altro ciclicamente accade nel nostro Bel Paese, notoriamente fanalino di coda nella classifica europea della previdenza assicurativa.
Disponibilità è di fatto la prima parola d'ordine delle imprese. Disponibili a garantire gli italiani e tutelarne interessi, beni e salute, a patto però che sia lo Stato a fare il primo passo, imponendo l'obbligo assicurativo. Obbligo è la seconda parola d’ordine in quanto, se non lo si introduce, se non si obbligano gli italiani a sottoscrivere le polizze, l’interesse delle imprese viene decisamente meno e con esso anche la benevolenza e la sensibilità sociale. Se ne stanno accorgendo anche tutti quegli italiani, dopo aver subito gravissimi danni alle auto a causa dei violenti fenomeni atmosferici, prima ancora dell’indennizzo, dalla loro compagnia hanno ricevuto la disdetta, proprio della garanzia eventi atmosferici.
Adesso che si parla di "oblio oncologico", vale a dire del diritto a non dover dichiarare eventuali patologie pregresse, se riconducibili ad un determinato periodo di tempo, le imprese sono nuovamente chiamate a dimostrare la presunta coscienza imprenditoriale e sociale; rimettere mano ai questionari anamnestici i quali, per ora ancora validi, sono tornati utili per escludere soggetti perfettamente sani, il cui unico torto era quello di aver combattuto e vinto contro malattie importanti.
Soggetti ai quali, al contrario delle reiterate dichiarazioni di aperture sociali da parte delle imprese di assicurazione, è stata rifiutata una copertura assicurativa sanitaria. Persone che, una volta esclusi dal sistema previdenziale privato, causa le carenze dell'assistenza sanitaria pubblica - soprattutto in alcune regioni – sono costrette ad affidarsi soltanto alle preghiere.
Dal momento che la Proposta di Legge sull’oblio oncologico, per diventare Legge effettiva deve prima essere approvata dalle due Camere del Parlamento, ci è facile immaginare la preoccupazione di taluni ambienti e la messa in preallarme dei noti professionisti, particolarmente abili a sviluppare una proficua relazione con le istituzioni: i lobbysti.
Suggeriamo alle associazioni dei consumatori di non andare in ferie.
Giacomo Anedda

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