Martedì, 11, Feb, 5:33 AM

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MILANO - Porto all’attenzione il caso di una giovane commerciante pugliese che si rivolge alla filiale di un noto istituto di credito, quello che aspira a diventare il primo gruppo danni in Italia, per intenderci. Un’aspirazione però che non sembra passare attraverso le buone pratiche di correttezza ed adeguata condotta professionale. Al diavolo norme, regolamenti analisi dei bisogni e via discorrendo...
La giovane commerciante, dicevamo, chiede l’apertura di un conto corrente di servizio per l’avvio dell’attività e di una linea di credito per gli investimenti iniziali. Qualcuno in filiale si sfrega le mani e pensa: “proprio il profilo ideale!“. Dopo qualche giorno i documenti sono pronti per la firma, ma c’è un però: la banca sarebbe disponibile a concedere il fido. Tuttavia, l’effetto facilitatore passa dalla sottoscrizione della polizza assicurativa dell’esercizio che può garantire migliori condizioni da applicare ai servizi richiesti. Presto detto, la proposta di assicurazione multirischi è lì in attesa di conferma: pochi dati, quelli essenziali, quelli che fanno la differenza, certamente non quelli che garantiscono la corretta acquisizione delle informazioni necessarie a certificare l’adeguatezza del contratto offerto Quello è per i fessi?
Il premio annuo, quello sì, garantisce adeguatezza alla banca: 1.635 euro all’anno! Poi, non sarà certo anomalo che in polizza sia stato previsto un fenomeno elettrico a "primo rischio assoluto" di euro 15.000 su un contenuto a "valore intero" di euro 18.000 (consideratelo uno dei tanti dettagli funzionali allo scopo!).
Salvatore Tremacere

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