MILANO - Malgrado il risultato operativo del Gruppo Generali per l'esercizio 2024 sia stato di 7,3 mld/€ (+8,2% rispetto all'anno precedente), nuovo record per il sesto anno consecutivo, il più alto nella storia, fa notizia la serie di tentativi di licenziamento di propri produttori diretti, accusati dalla compagnia di scarso rendimento. Si tratta dell'unico caso fra le imprese di assicurazioni italiane. Misure drastiche a carico di dipendenti finite inevitabilmente nelle aule dei Tribunali del Lavoro di mezza Italia.
I provvedimenti disciplinari non hanno al momento trovato accoglimento in sede giudiziaria in Abruzzo, in Campania e in Puglia. Numerosi produttori Generali si sono visti annullare i licenziamenti, forti delle sentenze che hanno sancito l'illegittimità dei provvedimenti della compagnia assicurativa. Secondo i Sindacati dei dipendenti "è giunto il tempo di esplicitare i doveri dei produttori, coerentemente con quanto previsto dalla normativa vigente sulla vendita e distribuzione dei prodotti assicurativi”.
Appare in ogni caso evidente come - anche in questo caso - il fenomeno della ricerca spasmodica del profitto abbia preso il sopravvento fra i manager, in una logica perversa che vorrebbe alcuni decidere sulle libertà dei più, utilizzando la leva del denaro. Fenomeno che si esplicita nella contrazione delle commissioni degli agenti di assicurazione, nella minaccia di revoca del mandato o - nel caso dei produttori dipendenti - nel rischio costante di licenziamento. Strategie che trovano applicazione anche nel segmento bancario, dove - a fronte di risultati di bilancio ultra miliardari degli istituti di credito - fanno da contraltare stipendi al limite della sopravvivenza, obiettivi e budget spesso volutamente impossibili da raggiungere.
Luigi Giorgetti
Generali tenta l'improba strada dei Tribunali del Lavoro per licenziare i propri dipendenti produttori
