MILANO - Durante l’Italy Insurance Forum svoltosi di recente a Milano è stata presentata la ricerca di mercato condotta da BVA Doxa, la prima società di ricerche di mercato fondata in Italia, riguardante le tendenze e le preoccupazioni degli italiani e il loro collegato approccio alle polizze assicurative.
I dati raccolti presso un campione di 1001 intervistati rappresentativo del genere, delle fasce d’età, dell’area di residenza, del titolo di studio, della professione, hanno mostrato come la maggiore inquietudine derivi ai nostri concittadini dai problemi di salute per malattie e infortunio (30%), dalla perdita dell’autosufficienza quando saranno anziani (25%) e soltanto una percentuale inferiore (8%) dalla riduzione del reddito una volta raggiunta la pensione. In particolare, l’85% dei cittadini pensano molto spesso, spesso o a volte a come garantirsi l’autosufficienza quando saranno anziani.
Appare quindi evidente che il settore malattie, forse a causa del trauma individuale e collettivo subito dalla popolazione a seguito della pandemia, si conferma quello di maggiore interesse per gli agenti professionisti, nonostante le risposte fornite dalle fabbriche prodotti si mostrino alquanto lacunose soprattutto riguardo alle Long term care, nonostante la stessa Ivass le consideri centrali nel futuro del nostro Paese.
Quasi due cittadini su tre si dicono inoltre preoccupati o molto preoccupati dalle conseguenze derivanti da un’eventuale catastrofe naturale, tanto che sei su dieci trovano giusta la recente introduzione dell’obbligo a contrarre una polizza assicurativa catastrofale posto a carico delle imprese iscritte al registro delle Camere di commercio.
Deludenti i numeri riguardanti la percentuale di cittadini che, per tutelarsi dall’eventuale riduzione di autosufficienza o capacità economica in età anziana, hanno sottoscritto un fondo pensionistico complementare, il 25% del totale e addirittura desolante quelli riguardati coloro che hanno stipulato una polizza assicurativa, soltanto il 12%. Consola, almeno in parte, prendere atto che il 20% hanno in programma di aderire a una forma pensionistica integrativa e il 16% di stipulare una copertura assicurativa LTC.
Non c’è dubbio, comunque, che i programmi di sviluppo delle agenzie dovrebbero essere meno imperniate sulle strategie commerciali delle mandanti e sempre di più sulle abitudini e sulle percezioni degli italiani, affinché il bisogno di sicurezza derivante dalle famiglie, dalle professioni e dalle imprese divengano finalmente il core business degli agenti consulenti indipendenti.
Roberto Bianchi