MILANO - "La Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte d'Appello di Roma e respinge purtroppo le richieste del Sindacato nazionale agenti". Esordisce così il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi che, in una nota, informa della sentenza depositata lunedì scorso e ricorda come in vigenza del vecchio Ccnl, sottoscritto da Sna (parte datoriale) e dai Sindacati confederali (Oo.Ss. lavoratori dipendenti), erano iniziati i versamenti all'Ente bilaterale Enbass e come dopo il 2014, a seguito della sottoscrizione del Ccnl di riferimento della categoria con i sindacati autonomi (Confsal), il Sindacato aveva richiesto lo scioglimento dell'Enbass che aveva nel frattempo accumulato un rilevante patrimonio, con restituzione delle somme versate a fronte di servizi mai erogati.
La controversia giudiziaria, protrattasi per alcuni anni, ha visto contrapposta la posizione di Sna, da una parte e quella di Anapa e dei sindacati confederali dall'altra. La Cassazione, pur avendo in una prima fase ritenuto "complessa e delicata" la controversia, ha poi finito per confermare la sentenza della Corte di Appello di Roma, accreditando la tesi di Anapa e dei sindacati confederali.
"Era comunque doveroso per Sna - continua la nota - tentare di recuperare il patrimonio di Enbass, che era stato formato per la grande maggioranza dai contributi versati dagli Iscritti al Sindacato nazionale agenti. Le sentenze, come si sa, si criticano ma vanno rispettate anche quando non appaiono condivisibili", conclude il Presidente Demozzi.
La Redazione
Caso Enbass/Anapa, la Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte di Appello di Roma
