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Roberto Bianchi


♦ La ripresa dei lavori dopo il rinnovo delle cariche procede sempre a rilento, non solo in conseguenza della stanchezza accumulata che si protrae per qualche giorno, quanto piuttosto perché non sono ancora state fissate le priorità e assegnate le deleghe. Tutto lascia comunque immaginare che il nuovo Esecutivo Nazionale, peraltro modificato in due soli componenti, ricalcherà le orme di quello precedente allo scopo di portare a termine tutte le attività sospese nella fase pre-elettorale e congressuale.
Una cosa va chiarita però in via preliminare, lo Statuto prevede che i candidati presidenti presentino la propria squadra e la propria mozione programmatica, cosicché i congressisti, votando, impegnano l’intero Sindacato e i suoi iscritti a dare attuazione al programma vincente che è destinato a dettare le linee guida nei tre anni successivi. Il nuovo gruppo dirigente eletto a Santa Margherita di Pula è pertanto chiamato a rispettare la volontà degli elettori e non certo a derogare dalle direttive ricevute dal 56° Congresso nazionale dando attuazione al programma risultato perdente in quanto bocciato dall’86% dei votanti.
Né è previsto che Massimo Pegoraro, il candidato perdente, possa consegnare al presidente eletto i propri obiettivi affinché li sviluppi contro la volontà del Congresso la cui quiete silenziosa durante l’enunciazione dei punti programmatici della lista risultata minoritaria non può essere in alcun modo scambiato per un consenso. Per essere più chiaro, lo Statuto Sna non prevede il silenzio-assenso come modalità di voto. Ciò che conta è il risultato delle elezioni svolte a scrutinio segreto nel rispetto della democrazia interna e della riservatezza personale e ogni altra ipotesi, risultando fantasiosa se non addirittura pretestuosa, è inapplicabile.
E sarebbe gravissimo che un candidato presidente presentasse una mozione programmatica votata da oltre 4/5 degli aventi diritto e poi desse attuazione, in tutto o in parte, ad un programma che ha ricevuto meno di 1/5 dei consensi. Sarebbe un “colpo di stato” al quale, per fortuna, lo Sna non ci ha abituati.
Parliamo allora coerentemente del disegno strategico fatto proprio dal Congresso incentrato sul rinnovato impegno di fornire la massima tutela a ciascun iscritto, difendere i risultati ottenuti dal Sindacato, custodire il patrimonio dei valori sindacali e mantenere la funzione solidaristica e rivendicativa dello Sna. Il focus posto dal neo-eletto Presidente nazionale Claudio Demozzi rimane quello di favorire il passaggio, non privo di difficoltà, dall’agente intermediario delle imprese a imprenditore indipendente dalle fabbriche prodotti e consulente del cliente. Si tratta di una visione di largo respiro basata sull’autogoverno della categoria che ha dimostrato in numerose occasioni di essere in grado di gestire la declinazione in chiave nazionale delle norme europee e di sapersi autodisciplinare sul piano comportamentale.
Il Sindacato vuole anche dimostrare la propria capacità di creare valore economico alle agenzie che si riconoscono nella funzione trainante della rappresentanza generalista. “Agentinrete” è l’acronimo assegnato al progetto di integrazione imperniato sulla creazione di una piattaforma proprietaria adibita alla diffusione delle best practies agenziali e allo scambio di affari nei rami danni tra agenzie, al possibile acquisto all’ingrosso di polizze infortuni, abitazione, malattie da distribuire al dettaglio attraverso le agenzie aderenti al network e infine alla governance collettiva dei dati forniti dai clienti, otreché alla certificazione del loro valore.
Dal programma del Presidente Demozzi emerge con chiarezza anche la volontà di allagare il coinvolgimento orizzontale nella definizione ed elaborazione delle linee operative di breve e medio periodo attraverso l’istituzione della “Conferenza nazionale” dei quadri sindacali e la celebrazione annuale degli “Stati generali” composti da tutti i Presidenti dei Gaa iscritti allo Sna e dalle rispettive Giunte esecutive. Non secondaria la costituzione di “Snapensa pensaSna”, un laboratorio di idee finalizzato ad arricchire l’elaborazione ideologica del gruppo dirigente, sulla scorta delle numerose iniziative simili di matrice istituzionale, politica e culturale.
Potrei proseguire a lungo e mi riprometto di farlo nei miei prossimi approfondimenti, su numerosi altri intenti come l’ampliamento dello spettro di rivendicazioni economiche, lo studio scientifico sul valore economico del portafoglio di agenzia e sul costo orario del lavoro agenziale, l’indagine conoscitiva sulle abitudini di acquisto degli italiani in campo assicurativo, la creazione della casa editrice Sna, la realizzazione della Banca della memoria per valorizzare il patrimonio storico del Sindacato.
Insomma una strategia di sintesi tra continuità e innovazione sul cui sfondo si colloca la vera rivoluzione demozziana, della quale parleremo molto nel corso dei prossimi anni, costituita dalla realizzazione di Anacai e dalla presa di responsabilità della politica rispetto alla tutela dell’agente di assicurazione. In poche parole, buon lavoro Presidente Demozzi.
Roberto Bianchi

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