Domenica, 24, Set, 3:26 AM

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Roberto Bianchi

 

♦ Siamo alle solite, nonostante le dichiarazioni rilasciate a suo tempo dal Presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini riguardanti la necessità di limitare al minimo la burocrazia che opprime il settore assicurativo mediante l’eliminazione di quanto non strettamente necessario, l’Istituto di controllo è ricaduto nella solita tentazione di prendere spunto dal diritto del consumatore di ricevere un’informazione corretta e trasparente per cingere il collo degli agenti con l’ennesimo nodo scorsoio.
Mi riferisco naturalmente al Regolamento 51 che prevede a carico degli agenti e, si badi bene, non anche dei broker, dei produttori diretti delle compagnie e dei subagenti l’obbligo di consegnare al cliente che deve stipulare o rinnovare un contratto Rcauto i preventivi delle compagnie di cui l’agente ripete il mandato, elaborati utilizzando il Preventivatore pubblico realizzato da Ivass e Ministero dello Sviluppo Economico e di conservarne per cinque anni relativa dichiarazione di ricevuta firmata dall’assicurato.
Si tratta evidentemente di una chiara disparità di trattamento nei confronti degli agenti rispetto ad altri intermediari che svolgono analoga attività di raccolta, che comporterà procedure gestionali e oneri amministrativi capaci di frenare la diffusione del plurimandato, voluto peraltro dalle vigenti leggi in materia di intermediazione assicurativa e, più in generale, di schiacciare l’operatività e la facoltà di sviluppo degli iscritti alla Sezione A del Rui, portando alle loro realtà agenziali un colpo potenzialmente mortale.
Ma ciò che più conta in chiave sociale, la disposizione dell’Autority riguardante la quotazione del contratto base Rcauto offerto da ciascuna impresa, mostrerà la sua completa inutilità nel fatto inequivocabile che ai consumatori interessa il costo del contratto comprendente le garanzie che lo rendono coerente con le proprie effettive esigenze assicurative e non già il prezzo di preventivi standard che assai pochi sottoscriverebbero perché incompleti e quindi inadeguati. Semmai essi rischiano di spingere gli utenti assicurativi ad accontentarsi pericolosamente di coperture limitate in chiave di risparmio sul premio finale.
Inoltre, dal momento che i contratti auto in Italia superano i 30 milioni, molti dei quali rimaneggiati ogni anno per migliorarne le condizioni, se moltiplicati per il numero di mandati ripetuti da ogni singolo agente mono e plurimandatario quanti preventivi dovrebbe essere in grado di emettere il multipreventivatore?
Siamo sicuri che non si creerebbero ingorghi durante i picchi di lavoro, magari con la conseguenza che i contratti emessi senza contestuale consegna dei preventivi su contratti base e quindi affetti da nullità contrattuale per esplicita previsione della stessa Ivass, finirebbero per ostacolare o persino impedire il risarcimento dei danni subiti dalle vittime di incidenti stradali provocati da veicoli non assicurati in quanto la polizza assicurativa risulti nulla a seguito della mancata consegna dell’informativa pre-contrattuale?
Un guazzabuglio dal quale non si esce se non annullando i disposti del Regolamento 51 e ristabilendo la normalità, anche se questo per taluni protagonisti della vicenda sarebbe duro da accettare visti gli oneri finanziari dell’intera operazione.
Nelle settimane scorse ho inoltrato agli uffici competenti la richiesta di conoscere il costo del multipreventivatore e quali siano le aziende a cui è stata affidata l’elaborazione e la manutenzione del portale di comparazione. Purtroppo, non ho ancora ricevuto risposta, anche se i soliti ben informati sostengono nei corridoi che la piattaforma sarebbe costata diversi milioni di euro, forse addirittura 20 e questo crea sicuramente imbarazzo in coloro che sanno bene come il Preventivass, in mancanza dell’utilizzo quotidiano obbligatorio da parte degli agenti, farebbe registrare un numero di accessi non proporzionale al denaro impiegato (e forse buttato).
È necessario che gli iscritti Sna siano pronti alla mobilitazione generale, perché dobbiamo impedire che questa ennesima scelta sconcertante, adottata dall’Ivass a danno degli agenti, dispieghi i suoi effetti rovinosi sulle già fragili economie  agenziali. Chiunque di noi dovesse sottrarsi o fare finta che non sia successo niente, rischia di rendersi involontariamente
complice dell’ennesimo sopruso di cui sarebbe vittima la nostra categoria e pertanto teniamoci tutti pronti ad appoggiare con forza un nuovo ricorso al Tar del Lazio, a sostenere ogni forma di disobbedienza civile, a incatenarci se necessario di fronte al Parlamento per far valere i nostri diritti.
Poi ci sarebbe da capire perché gli agenti subiscano un così palese e ingiustificato trattamento discriminatorio, ma questa è un’altra storia e magari ne parleremo la prossima volta.
Roberto Bianchi

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