ROMA - Il progetto di integrazione fra Ivass e Banca d'Italia, auspicato da molti ad iniziare dalla Fisac-Cgil, sta subendo battute d'arresto significative. I dipendenti dell'istituto di vigilanza speravano in un contestuale allineamento retributivo con gli omologhi di Palazzo Koch, ma anche in soluzioni organizzative nuove, in avanzamenti professionali e in un aumento del personale (oggi fermo a 400 unità). Al momento, tutto sembra rimandato.
Preso atto del quadro complessivo, le Oo.Ss. di settore hanno indetto per la giornata di ieri (24 febbraio, ndr) una giornata di sciopero di tutto il personale dell’Ivass. La protesta si inquadra in una rivendicazione più ampia, legata al rinnovo del contratto scaduto oramai da tre anni: l'offerta dell'Istituto di vigilanza - presentata lo scorso 12 febbraio - non ha soddisfatto i sindacati di categoria che hanno giudicato il piano come "l’ennesima dimostrazione di assenza di prospettiva e di profondo disinteresse per il futuro di questo Istituto e della vigilanza sul settore assicurativo".
Secondo le prime rilevazioni, il primo sciopero dell'Ivass dalla nascita dell'Autorità di vigilanza sulle assicurazioni ha registrato "un'alta adesione".
Luigi Giorgetti
Primo sciopero dei dipendenti dalla nascita dell'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, l'integrazione con Banca d'Italia resta al palo
