Sabato, 19, Apr, 8:29 PM

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Giacomo Anedda

 

♦ A rischio di risultare antipatico ammetto di non provare un grande dispiacere ogni volta che vengo a sapere di qualcuno rimasto vittima di una frode informatica, legata all'acquisto di una polizza Rcauto.
Sembra incredibile eppure nonostante i ripetuti inviti alla prudenza da parte di tutti i professionisti operanti nel mercato assicurativo - primi fra tutti gli agenti - sono ancora tanti gli ingenui citrulli che credono che l'asino voli e che basti andare su internet per trovare la polizza Rcauto "con le stesse garanzie che avevo prima, ma a un prezzo eccezionale”. Una polizza talmente vantaggiosa da non sembrare nemmeno vera. E infatti...
“Certo, col senno del poi, a ripensarci...”. Forse la nuova polizza era davvero troppo vantaggiosa per essere anche vera. A prima vista i 150 euro all'anno, tutto compreso per la sua amata auto, sembravano un prezzo onesto, ma non stracciato. Il risparmio - era palese - dipendeva dal fatto che acquistando online, si evitava di pagare le ricche commissioni destinate alle tasche dell'agente il quale, come diceva la pubblicità di una compagnia diretta, "c'ha l'affitto da pagare".
Sia chiaro, truffatori, bidonisti, furfanti e imbroglioni sono sempre esisti, sin dalla notte dei tempi e non sono certo un'invenzione di oggi. Tuttavia vi è un aspetto di cui tutti noi, operatori economici, consumatori e, sopratutto chi ha il dovere di impedire le truffe, non possiamo non tenerne conto, vale a dire che ci troviamo nel terzo millennio e di conseguenza, gli impostori non sono più quelli di una volta. Hanno preso coscienza e possesso dell'informatica; hanno investito in tecnologia e in software; aperto triangolazioni finanziarie non più rintracciabili; clonato cellulari, siti, carte di credito e quant'altro. Oggi gli ingenui citrulli non vengono più catturati per mezzo degli altoparlanti a tutto volume nelle fiere di paese, quanto piuttosto amorevolmente "incantati e tentati" attraverso irresistibili messaggi pubblicitari, sparati continuamente durante la navigazione in internet. 
Il problema è che al contrario dei truffatori i citrulli sono rimasti tali e quali, e nonostante il nostro Paese primeggi per numero di smartphone e per consumi internet, sono stimati ancora in oltre 2.000.000 gli italiani digital illiterate (vale a dire analfabeti tecnologici), i quali, non solo hanno poca dimestichezza con i più banali strumenti informatici, ma cosa ancor più grave, risultano incapaci di districarsi tra i vari programmi e comprendere la reale portata delle informazioni commerciali, tecniche e/o economiche pubblicate nella rete.
Uno stato di ignoranza tecnologica che, nonostante tutto e a dispetto della ragione, non rappresenta un freno alle avventure e non impedisce ai "citrulli" di tuffarsi nel magico mondo degli acquisti online, anche per prodotti complessi e impattanti per la propria vita, come le polizze Rcauto. A tutela di questi 2.000.000 di consumatori, forse sarebbe il caso di imporre dei limiti alla possibilità di fare acquisti online, almeno per quei prodotti che possono risultare potenzialmente lesivi delle stesse tutele previdenziali del consumatore.
Giacomo Anedda

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