Sabato, 02, Dic, 2:53 AM

Social Network :

Giacomo Anedda

 

♦ Entrambi utilizzano una racchetta e una pallina che corre veloce da una parte all'altra del campo. Due o quattro soggetti in pantaloncini corti, maglietta e scarpe firmate che si contendono punto e partita a colpi di rovesci incrociati, lungolinea, volée, schiacciate e smorzate. Sembrano proprio uguali, ma uno è il tennis, lo spettacolare sport praticato e giocato in tutto il mondo, protagonista assoluto di tornei internazionali organizzati nei luoghi più esclusivi del pianeta, l'altro invece è uno sport giovane per tennisti sfigati i quali, dopo aver inutilmente tentato con la disciplina madre, hanno pensato bene di ripiegare sui più facili racchettoni da spiaggia, oggi ribattezzati “padelloni”.
Sembrano simili, ma la differenza è profonda.
Tra il tennis e il padel passa la stessa differenza che intercorre tra una polizza assicurativa venduta da un agente professionista, e quella acquistata su un sito di polizze online. Il professionista (l’Agente di Assicurazione) prima ancora di esercitare ha dovuto superare un esame di stato, si è iscritto a un registro pubblico per il quale ogni anno versa la quota di iscrizione; è obbligato ad avere una polizza di responsabilità civile contro eventuali danni provocati ai clienti. È tenuto a curare la propria formazione professionale e tutti gli anni deve fare almeno 30 ore di aggiornamento certificato. Ha l’obbligo di accendere un conto corrente bancario dedicato all’incasso delle polizze; deve disporre di una polizza fideiussoria a tutela della compagnia rappresentata. È un professionista e quando vende le polizze, sa come spiegarle e come confezionarle per tutelare al meglio il cliente e la sua famiglia.
Le polizzerie “online” invece, si accontentano di poche risposte e lasciano all’interessato l’analisi del rischio, la scelta delle garanzie, cosa fleggare e cosa selezionare prima di cliccare su Ok. Nell’online – in questo mondo magnifico della semplificazione e della faciloneria - è il consumatore che deve costruirsi da sé la polizza Rca pur non avendo alcuna competenza e nonostante risulti essere il più complesso tra i contratti offerti dal mercato assicurativo. Per averne conferma basterebbe contare le pagine delle condizioni contrattuali che l’acquirente “è tenuto a leggere prima di dare il consenso al pagamento”: mediamente 120 pagine a polizza.
Come nel caso del tennis e del padel, entrambi i giocatori andranno in giro con una racchetta nella sacca, così entrambi gli assicurati avranno una polizza Rca nel cruscotto. Con la differenza che l'automobilista rivoltosi all'agente avrà potuto disporre di un consulente professionista, mentre l’altro, quello dell’online, dovrà sperare di aver fleggato correttamente e di non essere incappato in uno dei tanti siti farlocchi che popolano la rete.
Giacomo Anedda

ARCHIVIO NOTIZIE

GRUPPI AZIENDALI ACCREDITATI SNA