♦ Non poteva mancare un riferimento all’Ivass nella relazione del Presidente nazionale uscente Sna, Claudio Demozzi, laddove si rileva la mancata applicazione dell’impegno assunto dal presidente Signorini sulle semplificazioni amministrative all’indomani della bocciatura da parte del Tar del Provvedimento 97. Su tale fronte lo Sna ha interagito più volte sia con le forze politiche che con l’Ivass che con il Ministero. La legge n° 221/2012 impegna l’Ivass a adottare criteri di semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici, limitando l’uso del cartaceo e della modulistica nei rapporti contrattuali fra imprese, intermediari e clienti.
Si è reso necessario ricorrere alla politica con lo Sna che ha sollecitato la presentazione di alcune interrogazioni parlamentari per far rispettare i dettami dell’art. 22. comma 15-bis della suddetta legge. Sono intervenuti gli allora senatori Luigi Vitali e Massimo Mallegni nonché l’allora vice ministro (oggi ministro) Pichetto Fratin che mise addirittura per iscritto che il Tar, accogliendo il ricorso di Sna, aveva annullato le disposizioni sancite nel provvedimento impugnato e che l’Ivass, adeguandosi alla sentenza, si era impegnata a ridurre al minimo gli adempimenti burocratici non strettamente necessari.
“Che fine ha fatto questo impegno dell’Istituto di Vigilanza a semplificare la burocrazia che grava sul nostro lavoro?” si chiede Demozzi constatando che l’Ivass non risulta che abbia ancora aggiornato le competenti commissioni parlamentari sullo stato di avanzamento di questa opera di semplificazione, obbligatoria per legge. “Non tolleriamo che simili importanti, utili disposizioni vengano ignorate, addirittura dalla massima autorità del settore” dichiara Demozzi, venendo incontro a coloro che chiedono di abbassare i toni e dare maggiore spazio alle relazioni diplomatiche con i vertici Ivass: “Lo abbiamo fatto, ma l’esito non ci è stato favorevole. Non si possono tollerare comportamenti omissivi che pregiudicano l’operatività e la capacità di rimanere sul mercato di un’intera categoria! Di troppa burocrazia si muore!”
E davanti all’immobilità dell’autorità tecnica, Claudio Demozzi invoca l’intervento della politica: “Quella stessa politica dalla quale ci aspettiamo che, finalmente, venga ripreso il nostro progetto di legge sulla figura e sui diritti fondamentali degli Agenti.” Nella scorsa legislatura sono stati presentati due progetti di legge che, purtroppo, si sono arenati anche grazie alle pressioni esercitate dalle imprese. “Ma stiamo sul pezzo!” chiosa Demozzi, “Incalziamo la nuova maggioranza di governo affinché il lavoro diplomatico, politico, tecnico e giuridico svolto, non risulti vano".
Franco Domenico Staglianò