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Franco Domenico Staglianò


♦ Alla ragguardevole età di anni 64 (che compio il 24 agosto), a tre anni o poco più dalla pensione, ho deciso di rimettermi in gioco. Ho aderito ad un interessante progetto della mandante che passa dalla fusione di tre società mandatarie con la costituzione di un’unica agenzia con tre sedi: due, di cui una legale, a Siena, la terza, la mia, a Poggibonsi, dove è sempre stata. La nuova avventura comincia in piena afa e cioè il 3 agosto. Questa la premessa. Già in sede di stesura dell’atto costitutivo della nuova società, quando si è reso necessario contribuire alla costituzione del capitale sociale, ho presentato un assegno circolare che riportava il nome della nuova società a nome collettivo, con i cinque (!) soci, in ordine alfabetico e di quota societaria: l’ultimo sono io e, non avendo a disposizione moltissimo spazio, il meccanografico della banca ha scritto solo Stag (lianò Franco Domenico non c’entrava). Tant’è, è solo un assegno, mi sono detto. Senonché, la nuova società si è iscritta al Rui e la lettera con la quale l’Ivass ci comunicava l’avvenuta iscrizione e il relativo codice era intestata alla società con la trafila dei cognomi e nomi di tutti e cinque i soci, anzi quattro soci, perché del quinto, il sottoscritto, c’era solo Stag.
Al che ho voluto verificare direttamente nel sito dell’Istituto di Palazzo Galloppi Volpi digitando il codice Rui: ahimè, dopo il nome della società, seguono i nominativi dei miei soci, ma il mio è crudelmente troncato, solo Stag, per lianò Franco Domenico non c’è proprio spazio. Fortunatamente, cliccando sul nome della società, i soci ci sono tutti, cognome e nome, compreso il mio; anche digitando sulla ricerca individuale il mio nome risulta per intero, ma digitando il nome della nuova società, quella che dovrà accompagnarmi, a Dio piacendo, alla pensione, per Ivass sono solo Stag.
Poco mi consola sapere che, considerando stag quale prefisso, sono solo tre i colleghi che potrebbero generare confusione, ma uno è di Sondrio, uno di Milano e il terzo di Bologna, oggettivamente hanno poco a che vedere con la Città del Palio. Pazienza, dovrò convivere con questa realtà e rassegnarmi ad essere solo Stag, così come dice l’Ivass: e se lo dice l’Ivass... Intanto, per calarmi appieno in questa condizione di socio aggrappato al nome completo della nuova realtà senese e, più in generale, valdelsana con solo le prime quattro lettere del cognome, inizio col firmare questo poco colto elzeviro, non prima di aver fatto a tutti i lettori un sincero augurio di buone ferie. Ne abbiamo, davvero, tutti bisogno.
Stag

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