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Francesco Libutti

 

MILANO - Anche il Fondo Pensione Agenti, come ogni realtà in ogni settore, ha dovuto fronteggiare la difficile situazione di emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19. I mercati finanziari hanno risentito degli effetti di una crisi senza precedenti, complessa e destabilizzante. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, i risultati ottenuti dal Fondo nel 2020 sono stati ancora una volta brillanti. Ne abbiamo parlato con Francesco Libutti, Presidente al suo secondo mandato.
Presidente Libutti, si è concluso un esercizio finanziario che ha coinciso con un anno molto particolare, caratterizzato dalla pandemia. Com’è andata?
L’intero “sistema” Fondo Pensione ha dovuto affrontare una dura prova, che è stata superata brillantemente grazie a un’ottima organizzazione e alla preziosa collaborazione del personale. Tutte le risorse si sono alternate tra lavoro in ufficio e il lavoro agile, a seconda delle necessità e per alcuni mesi gli uffici sono addirittura rimasti chiusi. Voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti per lo straordinario impegno che, anche in questa situazione eccezionale, ha consentito di non perdere il passo e di rispondere in modo puntuale alle esigenze degli iscritti e dei pensionati.
In che modo l’attività finanziaria del Fondo è stata influenzata dalla situazione di emergenza?
È stata influenzata pesantemente. I mercati, soprattutto nei primi mesi dell’emergenza, hanno subìto uno shock che ha impattato sugli asset del Fondo ed ha reso necessaria l’adozione di adeguati correttivi. Ma non siamo stati colti di sorpresa, perché siamo organizzati con un efficace sistema di monitoraggio che ha rilevato immediatamente il rapido aumento del rischio di volatilità, consentendo il tempestivo intervento del Consiglio di Amministrazione. Si è dunque deliberata la sospensione della risk policy, per mettere il portafoglio al riparo dal rischio di perdite reali e, contemporaneamente, creare le condizioni per approfittare tempestivamente delle opportunità di investimento presenti in un mercato dal valore fortemente ribassato. Queste scelte strategiche si sono rivelate corrette, come confermano i numeri alla chiusura dell’esercizio 2020.
Può anticiparci qualcosa sul bilancio che sarà posto all’approvazione dell’Assemblea dei Delegati?
Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto. Non posso anticipare i numeri ufficiali, in attesa della riunione dell’Assemblea che dovrà approvare il bilancio, ma posso dire che l’ottimo stato di salute del Fondo è confermato è che anche il bilancio tecnico del 2020 chiuderà con un avanzo “a nove cifre”.
Ancora risultati ampiamente positivi, dunque e prospettive tranquillizzanti per il futuro. Cosa c’è dietro a questi risultati?
Non è semplice spiegare come si ottiene un risultato di questo genere, perché le variabili in gioco sono veramente tantissime e non si può dare nulla per scontato. Presupposti importanti sono la capacità di leggere gli scenari internazionali, sia in termini di dinamiche di mercato che di impatto delle misure adottate dalle diverse autorità monetarie e fiscali. L’anno della pandemia ha reso ancora più evidente quanto siano importanti questi aspetti. In questi contesti, che hanno una dimensione mondiale, occorre sapersi muovere efficacemente in termini di definizione della strategia finanziaria per l’impiego delle risorse, competenza, questa, del Consiglio di Amministrazione, che definisce la politica di investimento. Naturalmente deve coesistere un’adeguata capacità di operare sui mercati e questo è il compito dell’Ufficio Finanza del Fondo, che opera con le linee guida e le deleghe ricevute dal CdA. In sintesi si può affermare che dietro a questi risultati c’è l’importante lavoro di una squadra che si muove sulla base di strategie e tattiche attentamente definite e monitorate.
L’ipotesi di aumento delle prestazioni previdenziali utilizzando parte dell’avanzo finanziario è ancora percorribile?
Certamente sì. È un impegno che abbiamo assunto e che intendiamo mantenere. Le motivazioni che stanno alla base della scelta fatta sono ulteriormente avvalorate dalla continuità dei risultati finanziari positivi. Tuttavia, come altre volte ho spiegato, la situazione legata all’emergenza sanitaria in atto suggerisce, per prudenza e opportunità, di rinviare ogni decisione in attesa di un ritorno alla normalità.
La paura di una perdita massiccia di iscritti è definitivamente tramontata. C’è una ripresa delle iscrizioni al Fondo?
Il tempo ha dimostrato che la previsione di una perdita di iscritti, timore peraltro non condiviso negli ambienti delle parti sociali del Fondo, era sovradimensionata. La dimensione della fuoriuscita, in realtà, è stata trascurabile e ad oggi il numero degli iscritti, al netto dei pensionamenti e delle cessazioni di attività, ha un saldo positivo; inoltre, prosegue anche il rientro degli agenti che in passato avevano sospeso la contribuzione. Iscriversi al Fondo Pensione Agenti era e resta sempre la migliore scelta per la previdenza complementare di un agente di assicurazione.
La Redazione

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