♦ Ci sono favole che danno molto il senso della vita reale. Questa, ad esempio, rappresenta bene il periodo, che la nostra categoria sta attraversando: un contadino comprò una gallina che faceva ogni giorno un uovo d'oro. Dopo le prime uova, l'uomo pensò che l'animale avesse la pancia piena d'oro e si disse "Perché aspettare? Ammazzerò questa gallina, le aprirò la pancia e in un sol colpo diventerò ricchissimo".E così fece.
Purtroppo, però, il contadino scoprì che le uova erano frutto dell’attività quotidiana della gallina. Infatti la pancia di quella gallina era tale e quale a quella delle altre e dell'oro non v'era traccia; così, insieme alla gallina, perse anche le uova d'oro che essa faceva ogni giorno e ridiventò povero. La morale: è meglio accontentarsi di ciò che si ha, perché l';avidità gioca brutti scherzi.
Prendiamo a rifermento questa favola per capire meglio la condizione degli agenti che da tempo soffrono la situazione messa in atto dalle imprese, le quali non comprendono che stanno lentamente, ma con un piano predeterminato, distruggendo il loro vero patrimonio, un patrimonio che raccoglie affari e produce utili anche, così tanto utile che nessun altro macchinario elettronico e neppure qualche astruso algoritmo riuscirà mai a produrre.
Eppure, si ostinano ad eliminare, cancellare, accorpare quotidianamente esperienze personali, metodi operativi, a volte originali e irripetibili, tutta la rete distributiva, non accorgendosi che in tal modo la gallina non produrrà quell’utile tanto redditizio da permettere all’a.d. di turno di distribuire dividendi e di intascare in prima persona emolumenti, quelli sì, davvero d’oro.
Suggerisco alle imprese di assicurazione di non approfittarsi troppo della bontà delle persone, perché rischiano di perderle. Di non tirare troppo la corda che rischia di sfilacciarsi e di consumarsi fino a che anche l’ultimissimo filo si spezzerà.
Le mandanti sembrano non avere la consapevolezza che la rigidità dimostrata su tutto, dalla proprietà dei dati al rinnovo dell’Accordo Nazionale Agenti, dagli aiuti non concessi in un periodo in cui gli utili sono cresciuti a dismisura, durante un periodo pandemico in cui gli agenti hanno dimostrato di saper gestire l’attività professionale tanto utile per la società tanto da
essere considerata “essenziale”, finirà per indurre agenti a spezzare loro stessi quei legami che, sebbene autentici, potrebbero essere recisi per non sprofondare nel vuoto,
Non si tiri troppo la corda, perché gli agenti non sono galline e credo che, non solo per dignità personale o professionale, abbiano la capacità di organizzarsi e organizzare la propria rete in modo da tenersi in proprio o da offrire ad altri partner quell’uovo d’oro quotidiano che le imprese raccolgono a piene mani e non sembrano di apprezzare abbastanza. Chiedo alle imprese, per quel poco che rientra nelle mie possibilità, una maggiore disponibilità e ragionevolezza per arrivare ad un nuovo patto tra le parti che soddisfi tutti e permetta anche un nuovo ruolo sociale dell’assicurazione verso il consumatore, in modo da dare piena attuazione e a un rinnovato rapporto a favore del cliente, in termini di qualità del prodotto offerto dalle imprese e di qualità del servizio di consulenza e assistenza offerto dagli agenti.
Un po’ nostalgicamente forse, ritengo che occorra recuperare quella funzione sociale che ha da sempre contraddistinto le imprese di assicurazioni e se poi, per un certo periodo di tempo, si dividono meno utili e non si accumula ricchezza, destinando le risorse alla riduzione delle tariffe e diffondendo l’input a tutta la rete peritale e liquidativa di mostrare maggiore comprensione ed umanità verso il cliente durante la fase liquidativa di un sinistro, vorrà dire che si sarà fatto del bene alla collettività e non soltanto agli azionisti.
Ecco, credo che in questo modo possa riprendere un virtuoso rapporto fiduciario con il cliente/consumatore, che l’approccio finanziaristico assai poco umano utilizzato negli ultimi anni, sta rovinosamente deteriorando.
Filippo Guttadauro La Blasca
Piccolo contributo di un agente non operativo adirato per il declino della professione
