♦ Strano atteggiamento quello di uno sparuto gruppo di iscritti Sna i quali, non essendo in grado di costruire una credibile alternativa all’attuale gruppo dirigente e sottraendosi al confronto democratico sull’eventuale cambio del gruppo dirigente nel momento più alto della vita democratica di un’organizzazione sindacale, il Congresso elettivo, sceglie di non palesarsi offrendo agli iscritti strategie alternative e proposte concrete per diventare gruppo dirigente.
Costoro, consci della loro pochezza sindacale e non avendo alcun appoggio, forse neppure quello del proprio socio in affari, che fanno? Appoggiano più o meno esplicitamente chicchessia in quanto, non essendo in grado di creare e proporre in proprio, trovano più comodo non prendere le distanze da taluni che hanno come unico scopo quello di distruggere. Quelli che, pur di difendere il proprio orticello e interesse di parte, non individuano altra soluzione che dire e scrivere corbellerie diventando di fatto, non si sa quanto volontariamente, solidali di una parte così debole che, a sua volta si astiene dal condannare un gruppo interessato di faccendieri bravi semmai soltanto nel farsi pagare per “difendere” gli interessi di una categoria vessata come non mai. Certo è che non saranno questi “legionari” improvvisati sindacalisti a pagamento che risolveranno i problemi della categoria.
A chi critica dall’interno l’attuale gruppo dirigente Sna, ripropongo piuttosto cosa suggerivo in un articolo pubblicato dopo il 55° Congresso Nazionale su l’Agente di Assicurazione, l’organo di stampa ufficiale dello Sna che, per onestà intellettuale, non possiamo certo accusare di essere di parte, dal momento che offre a qualunque iscritto la facoltà di esprimersi. Il direttore Bianchi sa infatti svolgere bene il proprio ruolo e non cede alla logica della partigianeria, fornendo al contrario voce a tutti, senza guardare chi è contro o a favore di questa o di quella corrente di pensiero.
L’esempio concreto è - nessuno me ne voglia per l’autocitazione - il mio invito, certamente passato inosservato, con il quale indicavo un percorso democratico a coloro che si lamentano del gruppo dirigente in carica, affinché palesino una proposta alternativa. Ripropongo pertanto i passaggi, secondo me più significativi che, se adeguatamente sostenuti, avrebbe permesso un confronto sui contenuti e non sui chiacchiericci, sebbene resti preferibile rileggerlo tutto, dal momento che indicavo anche la strada per facilitare il confronto precongressuale tra i candidati che intendano partecipare alla competizione elettorale.
“…Ma del Congresso la parte che mi ha colpito maggiormente è stato l‘intervento conclusivo del Presidente il quale ha dato a tutti una lezione di sindacalismo, di come occorre essere e vivere il ruolo del dirigente sindacale facendo un richiamo esplicito a coloro che, sempre pronti alla critica, non hanno idea di cos’è e come occorre stare dentro un’organizzazione sindacale e come la stessa deve funzionare, per portare avanti le aspettative degli aderenti…
Ha parlato dei diritti degli iscritti, dei diritti sindacali della volontarietà, dell’adesione e dell’impegno personale nel rispetto dei ruoli, richiamando alla possibilità di farsi da parte quando “uno migliore” di lui dovesse proporsi alla guida, perché solo i migliori, coloro che hanno le idee più vincenti e ricevono il consenso devono essere alla testa, alla guida dell’organizzazione…
Il Presidente è stato altresì chiaro nel chiedere a coloro che sentendosi, appunto, più bravi e capaci dell’attuale gruppo dirigente, acquisiscano la maggioranza ed il riconoscimento del ruolo che solo il Congresso elettivo può attribuire.
Questo non l’ha detto il Presidente, ma lo suggerisco io, coloro i quali ritengano di essere migliori e di possedere idee più coinvolgenti, scendano dallo scranno del borbottio e della lamentela ed illustrino compiutamente le loro tesi.
L’occasione del Congresso elettivo è alle porte quindi è giunto anche il loro momento, il momento della massima espressione di democrazia e dell’eventuale riconoscimento delle proposte che, chiedendo di ricoprire le più alte funzioni, gli iscritti devono avere la facoltà di giudicare in sede istituzionale.
Si facciano avanti senza freni o ostacoli, ma con idee e programmi coloro che pensano di mettersi in gioco attraverso forme di coinvolgimento di tutti gli iscritti. Coloro che pensano di avere i numeri per governare la categoria vengano allo scoperto, sapendo che se eletti, dovranno accettare le regole statutarie e portare avanti il programma che gli ha eventualmente permesso di esautorare il gruppo dirigente in carica… (da L’Agente di Assicurazione n° 143 ottobre - novembre – dicembre, 2022, pagine 39 e 40, ndr.).
Filippo Guttadauro La Blasca
Meglio non condannare i “legionari” pseudosindacalisti a pagamento che costruire una squadra alternativa all’attuale gruppo dirigente Sna?
