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Prof. Giovanni Berti De Marinis


L'AQUILA - L’elegante e prestigiosa sala del Centro congressi "Luigi Zordan" de L’Aquila ha ospitato il 13 marzo scorso un convegno dedicato a dibattere di diritto, regolazione e cultura del rischio a venti anni dall’introduzione del Codice delle assicurazioni private.
L’iniziativa, promossa dall’Università degli Studi dell’Aquila con il patrocinio, tra gli altri, del Sindacato nazionale agenti, è stata organizzata dal professore associato di diritto dell’economia Giovanni Berti De Marinis e ha visto la partecipazione di numerosi docenti universitari e professionisti che si occupano a vario titolo di assicurazione.
La ricorrenza ha stimolato i numerosi relatori a sviluppare una riflessione tanto sulla genesi del Codice che ha razionalizzato l’insieme frastagliato delle norme preesistenti, quanto sulla sua evoluzione nel tempo e sulla visione prospettica del ruolo che esso si appresta a ricoprire nella corretta evoluzione del settore.
La scelta di parlare di diritto, regolazione e cultura del rischio a distanza di due decenni dall’entrata in vigore del Codice ha fornito inoltre l’occasione di mettere a confronto le attese del Regolatore, deputato a trasformare in regolamenti attuativi le direttive contenute nella fonte primaria di provenienza comunitaria e la loro declinazione nazionale, con le aspettative dei consumatori e degli operatori, nella fattispecie gli agenti professionisti. Tutto ciò soprattutto in considerazione della continua innovazione normativa che costituisce uno stimolo continuo anche per l’Università e per la giurisprudenza.
Sulle sfondo delle disposizioni riferite alla distribuzione dei prodotti assicurativi e alle regole di condotta che devono essere rispettate da imprese e intermediari, si distinguono quelle emanate nel corso degli anni, ma che ancora non hanno ricevuto univoca esegesi da parte della giurisprudenza o che addirittura accolgono elementi di conflitto normativo contenenti elementi contraddittori che si elidono a vicenda.
A proposito delle più recenti novità inerenti il settore assicurativo, spiccano per complessità l’imminente entrata in vigore dell’obbligo assicurativo per i danni derivanti dalle catastrofali naturali sul quale è un corso un ampio dibattito interpretativo, così come l’inserimento dell’arbitro assicurativo, ovvero del sistema di risoluzione, gratuita per i consumatori, delle controversie stragiudiziali che dovrebbe fornire risposte rapide ed efficaci alla domanda di equa liquidazione dei sinistri proveniente dagli assicurati.
Dell’interessante dibattito svoltosi nel corso della seconda sessione della mattinata, merita sicuramente una citazione particolare il contributo fornito dal Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi il quale ha centrato il focus del suo contributo sugli aspetti concernenti la responsabilità contrattuale dell’agente professionista in rapporto alle questioni sottoposte a più riprese all’attenzione tanto della controparte istituzionale Ania, quanto del Regolatore Ivass e del Garante della concorrenza e del mercato. Un intervento di grande consistenza tecnico-politica che ha evidenziato i rischi derivanti alla categoria dal rispetto delle scelte operate dalle compagnie in tema di riforme massive in peius dei portafogli agenziali, tanto più se corredate da sistemi incentivanti come rappel produttivi o incentivi economici.
Le argomentazioni indirizzate simbolicamente dal Presidente Demozzi all’Associazione delle imprese e agli organismo di controllo coinvolti nella tavola rotonda, nonché ai giuristi e ai docenti presenti in platea, avevano come fil rouge il quesito se possano esistere profili di responsabilità e possibili sanzioni a carico degli intermediari per mancato rispetto dell’obbligo di agire con correttezza, trasparenza e diligenza nell’interesse del cliente ogni qual volta gli agenti si adoperino nel mettere in atto le strategie delle mandanti che vanno nella direzione opposta di privilegiare soltanto i propri interessi industriali. È il caso della collocazione di polizze ex novo, o della introduzione nelle polizze in corso al momento della loro scadenza annuale, di clausole che contengano lo ius variandi contrattuale, attività commerciali anche in questo caso spesso remunerate e quindi in odore di conflitto d interessi.
Non poteva certo mancare nell’esposizione del Presidente Sna un chiaro riferimento alla necessità di eliminare l’obbligo di consultazione posto in carico agli agenti e soltanto ad essi, del preventivatore pubblico in occasione della emissione di nuovi contratti e del rinnovo delle polizze in essere. il messaggio è chiaro: “meno dichiarazioni di principio (smentite nella pratica), un approccio alla normativa secondaria meno burocratico (poche regole chiare), interventi a reale difesa dei principi base Cap/Idd. Gli agenti sono pronti a contribuire per la creazione di un sistema assicurativo al passo con i tempi per un domani migliore”, lo sono anche tutte le altre parti coinvolte?
Roberto Bianchi

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