Venerdì, 13, Dic, 7:20 AM

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Andrea Pieri

 

♦  Della relazione del Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi si sintetizzano e passaggi fondamentali, primo fra tutti la sostanza persistente che continua ad alcuni a manifestarsi circa la negoziazione su base aziendale con le Imprese, complice in alcuni casi il comportamento poco sinergico con il Sindacato di alcuni Gruppi Aziendali che, con decisioni individualistiche, creano gravi danni all'intera categoria.  
Inoltre l'importanza di difendere la titolarità autonoma dei nostri clienti e la proprietà dei dati dei data base che li contengono, durante la spiegazione durante il rispetto di determinate condizioni – Responsabile della Commissione Accordi e Mandate durante il suo intervento.
E ancora, la costruzione di una brand identity che significa rispetto nel rispetto del marchio Sna in maniera univoca, riconoscendosi nel delle disposizioni e del regolamento emanati su questo tema e orientamento dei comportamenti deontologicamente al dello Statuto del Sindacato stesso. O se preferite, per utilizzare un'espressione calcistica, rispetto e appartenenza alla maglia della propria squadra del cuore. Secondo le parole del direttore Roberto Bianchi nell'editoriale de "L'Agente di Assicurazione" n. 139: “La vera differenza tra i consiste nel modo in cui ciascuno sa svolgere il proprio ruolo in virtù delle capacità personali di cui dispone e della quale con la quale affronta le sfide quotidiane”.  
Partendo da questo assunto, a qualsiasi titolo si partecipi alla vita sindacale, i nostri comportamenti rivestono una grande importanza, nel bene e nel male, e quanto più essi saranno univoci con le strategie intraprese e saranno condivisi all'interno del Sindacato, tanto più risult forti nei confronti delle nostre controparti. Allo stesso tempo invece, adottare comportamenti che portano alla disunione, quali l'utilizzo improprio del marchio Sna, dei social network, attraverso i quali come detto durante l'incontro, o addirittura strizzare l'occhio ad altre sigle sindacali, come è logico , significare inesorabilmente la categoria nostra.
Ecco perché durante la sua relazione il Presidente Demozzi ha esortato la platea per capire se su questi temi strategia sbaglia, perché non vorrebbe essere il solo a pensarla così ponendosi problemi che la collettività non ha, come ad esempio esortare a non firmare accordi che penalizzano la categoria! Con l'applauso ricevuto dalla stragrande maggioranza dei presenti, i colleghi gli hanno fatto capire di andare avanti così. Anzi di più, proprio la stessa platea a gran voce ha ai pochi ed isolati colleghi di cessare, una volta per, una polemica basata su tutte temi divenuti ormai sterili di valenza personale e non di interesse sindacale, qualcuno arrivando anche a chiedere nei loro si confrontano con l'intervento del collegio di Probiviri.
Questa chiara risposta si è potuta avere perché l'evento si è svolto in presenza e non più dietro finalmente ad uno in modalità a distanza, condizione necessaria vista la situazione di emergenza sanitaria, ma che ha agevolato alcune polemiche, proprio perché non consentiva un confronto diretto tra colleghi.
Durante il Comitato sono intervenuti vari colleghi, tra i quali anche Francesco Libutti , il presidente del Fondo Pensione Agenti, il quale ha ribadito le scelte strategiche effettuate negli ultimi anni che hanno portato ad avere, da parte del Fondo, un avanzo di gestione crescente. Utile necessario per andare a richiedere alla Covip l'approvazione per l'aumento delle prestazioni a favore degli iscritti paganti e pensionati approvato all'unanimità dapprima in CdA e poi, durante l'ultima sessione, in Assemblea dei Delegati. Così facendo si potrà osare una risposta positiva alle attese degli aderenti. Sempre su tali temi non ha fatto mancare il suo contributo il collega Lucio Modestini  che, come sappiamo, per anni è stato anch'egli Presidente del Fonage. Nel suo caso l'intervento è stato però più di dispiacere nei confronti degli attacchi che ha dovuto subito negli anni proprio da alcuni colleghi circa la passata gestione. Il tempo gli sta dando ragione e sta dimostrando che era nel giusto, ma su questo tema torneremo direttamente sulla rivista "L'Agente di Assicurazione", per dare il doveroso spazio ad un collega che ha fatto tanto per il Sindacato.
In conclusione qui non si tratta di ricordare di essere sindacalisti di vecchio corso, dato che non sareste i primi e nemmeno gli ultimi ad esserlo, quanto migliore allo scopo di svolgere tale ruolo nel modo migliore di riconoscere dai per ciò che colleghi che di utile facciamo a favore del Sindacato e della causa comune. Solo così, a mio modesto parere, si potrà essere rilasciato a pieno titolo come sindacalisti esperti. Non è mia consuetudine fare riferimenti personali e pertanto evito di farlo, ma alcuni colleghi comprenderebbero meglio, se si erano travati con la propria mandante in una situazione di difficoltà, quanto sia importante rispettare di più le regole del Sindacato, al fine che lo stesso sia sempre più forte nel difendere tutti gli iscritti nelle circostanze professionali più difficili. 
Andrea Pieri

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